«La nave ha raggiunto la riva»: così le Nazioni Unite hanno annunciato, sabato, l’intesa raggiunta a New York per il primo trattato internazionale sulla protezione dell’alto mare, ossia quello che, a oltre 200 miglia nautiche dalle coste, esula dalle giurisdizioni nazionali e rappresenta i due terzi degli oceani. L’obiettivo dell’accordo è contrastare le minacce agli ecosistemi vitali per l’uomo. Il testo concordato — traguardo di un lungo percorso durato 15 anni, di cui 4 di negoziati formali e una maratona finale di 48 ore al Palazzo di Vetro — sarà adottato formalmente in un secondo momento, dopo aver passato la revisione dei servizi legali, essere stato tradotto nelle sei lingue ufficiali dell’Onu e ratificato da un numero sufficiente di Paesi. Il contenuto non è stato ancora reso noto, ma si parla di una svolta storica, soprattutto per quanto riguarda l’attuazione del così detto impegno “30x30”: assunto dalla Conferenza Onu sulla biodiversità, svoltasi lo scorso dicembre, esso mira a proteggere un terzo dei mari e un terzo delle terre entro il 2030. Soddisfazione è stata espressa dal segretario generale dell’Onu, António Guterres, che ha parlato di «una vittoria per il multilateralismo e per gli sforzi globali per contrastare le tendenze distruttive che minacciano la salute degli oceani». Mentre l’Ue ha promesso a New York 40 milioni di euro per facilitare la ratifica del trattato e la sua prima attuazione.
06 marzo 2023