Minimalia

Lo schiaffo di Hemingway

 Lo schiaffo di Hemingway  QUO-049
28 febbraio 2023
Era l’agosto del 1937, a New York. In un ufficio, invaso dall’afa, dell’editore Scribner, l’aria divenne ancor più bollente quando Ernest Hemingway, dopo un serrata schermaglia verbale, mollò un ceffone, a mano aperta, a Max Eastman, critico del «New Republic», reo di aver stroncato Morte nel pomeriggio, saggio sulla corrida in Spagna, in cui lo scrittore, a detta di Eastman, non aveva biasimato «un rito immorale e pernicioso». La tauromachia, per Hemingway, rappresentava un’esperienza in cui uomo e toro sono, al contempo, carnefice e vittima. In questo scenario il torero non è concepito come un mattatore vile o brutale: al contrario, incarna i valori del coraggio e della virtù, esemplificati dai gesti codificati con i quali sfida, corpo a corpo, la morte. E nel momento in cui uccide il ...

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