Bailamme
Una preghiera di Giorgio Caproni

Se la incontrassi per strada

 Se la incontrassi per strada  QUO-046
24 febbraio 2023

«Anima mia, sii brava / e va’ in cerca di lei. / Tu sai cosa darei / se la incontrassi per strada». Sono gli ultimi quattro versi di Preghiera, lirica incipitaria della raccolta dei Versi livornesi, redatti da Giorgio Caproni tra il 1953 e il 1958 e «molto probabilmente proprio a settant’anni fa risale l’inizio dell’elaborazione di questa prima composizione. «Lei» è Anna Picchi, madre del poeta, alla quale è dedicata la raccolta di poesie: «Preghiera la scrissi dopo un viaggio a Livorno», spiegò l’autore, «mia città natale lasciata per sempre quando avevo nove anni. Rivedendo certe strade, il mio pensiero corse spontaneo a mia madre… che ingenuamente mi misi a cercare in quelle vie, dov’era nata e vissuta». Al passaggio rapido della «giovane Annina» raccontato nel trobar leu dei bellissimi Versi livornesi – costruiti con «Rime non crepuscolari, / ma verdi, elementari» —, al suo fresco incedere a piedi o in bicicletta, ogni via della città s’illumina, ogni piazza si riempie di vento, ogni contrada risuona, e il suo andare è spettacolo per il mondo che si imbatte nella sua inattesa, graziosa e profumata presenza («La gente se l’additava / vedendola»). Fino a quando il suo quotidiano, leggero e cristallino transito non s’infrange nel dolore e nella morte lasciando soli il mondo («Il vento popolare / veniva ancora dal mare. / Ma ormai chi si voltava / più a guardarla passare?») e «suo figlio, il suo fidanzato», il quale nel frattempo: «È cresciuto, ha tradito, / fugge ora rincorso / pel mondo dall’errore / e dal peccato». L’anima, quell’anima cui la voce del poeta si rivolge invitandola a cercarla – «scruta e scrivi / se per caso Anna Picchi / viva è ancora tra i vivi» – sa che cosa egli darebbe se la incontrasse per strada, sa la profondità di quel desiderio che si riaccende a ogni crocicchio intravisto, a ogni svolta intrapresa, a ogni piazza attraversata nella città: desiderio che si fa presentimento e, per grazia, preghiera: «Io so che non potrà tardare / oltre quel primo albeggiare». 

di Paolo Mattei