Le conclusioni della XXVIII assemblea generale della Pontificia Accademia per la vita

Tecnologie emergenti
e convergenti tra rischi
e potenzialità

 Tecnologie emergenti e convergenti tra rischi e potenzialità  QUO-045
23 febbraio 2023

Per la prima volta nella storia l’uomo «può distruggere se stesso: prima con il nucleare, poi con la crisi ecologica ed infine con le nuove tecnologie»: è una questione che «coinvolge sia la creazione che la famiglia umana l’intero pianeta». Lo ha sottolineato l’arcivescovo Vincenzo Paglia durante la presentazione dei risultati della xxviii assemblea generale della Pontificia Accademia per la vita, svoltasi in Vaticano, dal 20 al 22 febbraio, sul tema «Converging on the person. Emerging Technologies for the Common Good».

Per offrire un contributo al dibattito in corso e sensibilizzare le coscienze l’organismo vaticano presieduto da Paglia ha sentito la responsabilità di affrontare la nuova frontiera delle tecnologie emergenti e convergenti (nanotecnologie, intelligenza artificiale-algoritmi, interventi sul genoma, scienze cognitive-neuroscienze), che — ha spiegato il presule durante l’incontro con i giornalisti svoltosi stamane nella Sala stampa della Santa Sede, attualmente in via dell’Ospedale — «coinvolge radicalmente l’umano consapevole che la dimensione etica è indispensabile per salvare, appunto, l’umano che è comune». Ci si trova dentro quel cambiamento d’epoca di cui parla spesso Papa Francesco, ha osservato l’arcivescovo.

In questa assemblea si è approfondita «l’interazione sistemica di queste tecnologie emergenti e convergenti che si stanno sviluppando in maniera velocissima e che possono portare un contributo enorme al miglioramento dell’umanità». Nello stesso tempo possono condurre a «una modificazione radicale dell’umano». Durante l’assemblea è stata celebrato anche il premio “Guardiano della Vita”, giunto alla seconda edizione e assegnato all’infermiera Magdalen Awor, collaboratrice dell’Associazione medici con l’Africa - Cuamm. Monsignor Paglia ha sottolineato che il premio le è stato attribuito «in riconoscimento del grande servizio a favore della vita nascente in alcuni degli ambienti più disagiati del continente africano».

Da parte sua, monsignor Renzo Pegoraro, cancelliere della Pontificia Accademia, ha fatto notare che dopo l’assemblea del 2019, dedicata alla roboetica e dopo quella del 2020 dedicata all’intelligenza artificiale, nel 2021 la Pontificia Accademia si era dedicata al tema della salute globale, in un contesto post-pandemico. Con l’assemblea di quest’anno si è ritornati su un tema propriamente scientifico-tecnologico. «Le tecnologie convergenti — ha spiegato — riguardano le biotecnologie e le scienze della vita molecolari, tra cui la biologia dei sistemi e la biologia sintetica, ma anche le nanotecnologie, l’informatica e le tecnologie dell’informazione e della comunicazione». Roger Strand, dell’università di Bergen (Norvegia), ha poi preso la parola per spiegare che il termine “tecnologie convergenti” indica un insieme di domini tecno-scientifici e i loro risultati. Le questioni etiche includono «il rischio di uso improprio e di abuso di tali tecnologie. Inoltre vi sono questioni relative all’accesso, alla giustizia sociale e alla sostenibilità». L’accademico ha osservato che le tecnologie convergenti e le questioni etiche che esse sollevano, «sono legate alle caratteristiche strutturali delle società moderne e devono essere affrontate come tali». Anche Laura Palazzani, dell’università Lumsa di Roma, intervenendo all’incontro ha fatto notare che «la velocità, la complessità, l’ampiezza delle applicazioni (in medicina e oltre la medicina)», ma anche la confusione degli ambiti tradizionalmente distinti, come «terapia e potenziamento; naturale e artificiale, fisico e virtuale, sono i caratteri costitutivi delle tecnologie».