L’intervento di Francesca Di Giovanni, capo della delegazione della Santa Sede, al summit dell’Aja sull’utilizzo dell’IA in ambito militare

L’intelligenza artificiale
sia al servizio dell’umanità
e dello sviluppo integrale

 L’intelligenza artificiale sia al servizio dell’umanità e dello sviluppo integrale   QUO-042
20 febbraio 2023

«In un mondo pieno di conflitti e ingiustizie, usiamo la nostra intelligenza umana per mettere l’intelligenza artificiale al servizio dell’umanità»: è stato questo l’auspicio espresso da Francesca Di Giovanni, sottosegretario per il settore multilaterale della sezione per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, capo della delegazione della Santa Sede, intervenuta all’Aja lo scorso 16 febbraio al summit sul tema “Intelligenza artificiale (IA)responsabile in ambito militare”. Ricordando, in primo luogo, quanto affermato da Papa Francesco, ovvero che «l’indiscutibile beneficio che l’umanità potrà trarre dal progresso tecnologico dipende dalla misura in cui le nuove possibilità a nostra disposizione saranno impiegate in modo etico», Di Giovanni ha esortato a spendere sforzi non solo per «rendere l’IA “responsabile” in ambito militare», ma anche e ancor di più «per “responsabilizzare” i nostri cuori e le nostre menti per evitare del tutto i conflitti».

Anzi: l’esponente della Santa Sede ha evidenziato la contraddizione in termini presente nella definizione di “IA responsabile”, perché tali sistemi «non possono pensare, sentire, decidere o assumersi la “responsabilità” delle proprie azioni, in quanto privi di agenzia morale». Qualsiasi attacco armato, invece, «deve essere valutato attentamente e deve dimostrare la sua legittimità — ha spiegato Di Giovanni —. Ciò include la sua legalità e la conformità con i suoi scopi, che devono essere sia etici che legali». Come potrebbe, invece, l’IA «rispondere ai principi di umanità e ai dettami della morale e della coscienza pubblica?».

Al contempo, il sottosegretario ha ribadito che le preoccupazioni esposte nel corso del summit «non intendono ostacolare la ricerca, lo sviluppo e l’uso delle tecnologie», bensì possono piuttosto «stimolare e orientare le tecnologie verso un orizzonte più appropriato e utile, che non si basa solo su criteri di utilità o efficienza, ma sulla promozione del bene comune dell’umanità per l’umanità, rispettando la dignità umana e favorendo il nostro sviluppo umano integrale».

Di qui, il richiamo al suggerimento avanzato dalla Santa Sede riguardo l’istituzione di un’Agenzia internazionale per l’intelligenza artificiale: tale organismo, infatti, «potrebbe facilitare la piena partecipazione di tutti gli Stati allo scambio di tecnologie legate all’IA per usi pacifici». Un simile approccio, ha concluso Di Giovanni, avrebbe molteplici scopi, tra cui quello di «prevenire gli usi nefasti dell’IA, limitarne le conseguenze indesiderate e contribuire a ridurre le disuguaglianze, promuovendo gli usi pacifici dell’intelligenza artificiale per diverse applicazioni civili».