La testimonianza delle suore di clausura di Iglesias

Vivendo Chiara, oggi

 Vivendo Chiara, oggi   QUO-041
18 febbraio 2023

Quando san Francesco e santa Chiara attrassero dietro a sé moltitudini di uomini e donne assetati di verità e di Vangelo, erano gli ultimi anni del 1100 e i primi del 1200. I biografi del tempo inquadravano la loro missione nella situazione sociale e spirituale di quell’epoca con parole come queste: «Come la stella del mattino, che appare in mezzo alle nubi, (Francesco) con i raggi fulgentissimi della sua vita e della sua dottrina, attrasse verso la luce coloro che giacevano nell’ombra della morte e annunziò agli uomini il vangelo della pace e della salvezza» (Fonti Francescane, 1021); «O Chiara, dotata di tali e tante prerogative di chiarezza! Quanto vivida è la potenza di questa luce e quanto forte è il chiarore di questa fonte luminosa! Invero, questa luce si teneva chiusa nel nascondimento della vita claustrale, e fuori si spandeva quanto è vasto il mondo» (Bolla di canonizzazione di santa Chiara vergine, di Papa Alessandro iv , iv , 1255, FF, 3282-3285).

Oggi, nel xxi secolo, noi figlie di Chiara del monastero della Beata Vergine del Buon Cammino di Iglesias (Sud Sardegna) sentiamo di avere la stessa missione, anche se le forme per vivere questo carisma sono quelle che il tempo ci suggerisce e che anzi sono sempre sotto discernimento, affinché il nostro messaggio e la nostra testimonianza raggiungano gli uomini di oggi attraverso il loro linguaggio e intercettino le loro vere domande.

In questi ultimi anni ci siamo trovati tutti a vivere un clima pesante, prima a causa della pandemia, poi per la guerra alle porte dell’Europa. In un mondo interconnesso, poi, tutto ci raggiunge e ci ferisce, essendo consapevoli di appartenere a questa umanità che soffre e affronta mille urgenze. La nostra è una vita di preghiera e contemplazione, ma una preghiera in cui il nostro cuore porta in sé il grido di tutti i fratelli, le speranze di interi popoli, oltre alle ansie degli amici più vicini e presenti al nostro sguardo. Durante la pandemia, non potendo avere contatto diretto con la gente, per far sentire la nostra vicinanza e partecipazione abbiamo preparato un video su YouTube e dedicato un canto di speranza ai malati di covid e agli operatori sanitari. Questa iniziativa ha avuto molta risonanza positiva ma sappiamo che non servirebbero tali mezzi se non esprimessero un vero coinvolgimento di fede e di amore. Quell’amore che ci ha spinto a dedicare tutta la Quaresima di quell’anno, nel nascondimento e nel silenzio, a un’adorazione eucaristica ininterrotta con cui intercedere insistentemente per il nostro Paese e il mondo intero.

In modo analogo, toccate dallo strazio della guerra in Ucraina, abbiamo voluto coinvolgere nella preghiera i fedeli che frequentano la nostra chiesa, proponendo turni di adorazione eucaristica in tutte le domeniche di Quaresima, a partire dalle prime ore del mattino, in cui il canto delle lodi apriva quel tempo benedetto alla grazia. Questo tempo forte di intercessione è poi culminato nella veglia pasquale, celebrata con particolare intensità. Il nostro pensiero è andato a tutte le situazioni di morte e sofferenza che ci vengono affidate: ammalati, persone sole e disperate, senza tetto, famiglie in difficoltà. Tutte le abbiamo viste illuminate dalla gloria del Risorto che trasfigura il dolore e ne trae vita nuova. Alcuni di questi fratelli e sorelle li seguiamo in modo particolare, incontrandoli in parlatorio e pregando assieme a essi per sostenerli nei momenti più difficili. Tra loro una mamma che ha perso in un incidente il suo unico figlio, famiglie in difficoltà con i figli, giovani in cerca del senso della vita, donne desiderose di una guida spirituale.

Un’altra modalità che la nostra forma di vita ci ha suggerito — per riflettere la luce di Cristo, anche alla luce dei nuovi documenti sulla vita claustrale emanati dalla Chiesa — è quella di aprire, alle persone più vicine e interessate, gli incontri di lectio divina che abitualmente facciamo tra noi sorelle in comunità. Anche questa iniziativa trae linfa dalle radici della nostra vita contemplativa, perché la penetrazione della Parola non si improvvisa né si riconosce la voce dello Spirito se non lo si ascolta quotidianamente e con perseveranza, offrendo il nostro cuore all’ascolto amoroso del Verbo. Siamo convinte, inoltre, che la possibilità per Chiara oggi di diffondere luce ed emanare chiaro lume nella casa del Signore è soprattutto legata alla nostra testimonianza di vita fraterna, nell’unità e nella comunione. Se santa Chiara sintetizzava i cardini della sua vocazione e del suo carisma nella “santa unità e altissima povertà”, oggi sembra ancora più incisiva e necessaria la testimonianza che è possibile superare le spinte individualistiche dominanti nella cultura e nella mentalità odierne lavorando sul proprio cuore in una continua conversione, nella grazia dello Spirito, fino a costruire giorno dopo giorno quel “noi” comunitario in cui palpita la presenza viva di Gesù stesso, attraverso il quale si diventa feconde e generative nella Chiesa e nel mondo.

#sistersproject

dalle Clarisse
del monastero di Iglesias