Nel tradizionale incontro per l’anniversario dei Patti Lateranensi

Lavorare insieme
in vista del Giubileo

 Lavorare insieme in vista del Giubileo  QUO-038
15 febbraio 2023

Il Giubileo del 2025, la guerra in Ucraina e le politiche migratorie e per la famiglia: questi i principali temi affrontati ieri pomeriggio, 14 febbraio, nel corso dei cordiali colloqui tra le delegazioni della Repubblica Italiana e della Santa Sede, in occasione del tradizionale incontro a Palazzo Borromeo per le celebrazioni degli anniversari dei Patti Lateranensi (11 febbraio 1929) e dell’Accordo di modifica del Concordato (18 febbraio 1984).

A conclusione del vertice nella residenza romana che ospita l’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, parlando ai giornalisti intervenuti, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, ha sottolineato il clima «sereno» dei colloqui, la convergenza «su alcuni temi e la disponibilità a lavorare insieme» assicurata da entrambe le parti.

Accolti dall’ambasciatore Francesco Di Nitto, per la Santa Sede erano presenti oltre a Parolin, il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), gli arcivescovi Edgar Peña Parra, sostituto della Segreteria di Stato, Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, Paul Emil Tscherrig, nunzio apostolico in Italia, e Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei.

Per parte italiana, sono intervenuti il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani, con alcuni membri del Governo e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano; i presidenti del Senato e della Camera dei deputati, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana; la presidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra, e altre personalità istituzionali.

Riguardo all’appuntamento giubilare Parolin ha detto che si è parlato della «collaborazione per la sua preparazione», riconoscendo che «siamo già un po’ in ritardo». Quanto alle «tematiche più vicine alla Chiesa italiana: famiglia, povertà, scuola», il porporato ha rilevato «la volontà di approntare misure strutturali per rafforzare la famiglia e il suo ruolo nella società, anche rispetto alla denatalità»; e sulle migrazioni — ha aggiunto — «è stata indicata da parte nostra la necessità di individuare percorsi di regolarizzazione dei flussi».

In merito al conflitto ucraino, il segretario di Stato ha evidenziato «la difficoltà di arrivare al cessate il fuoco» e «di mettere fine ai combattimenti». Infine, commentando l’astensionismo alle elezioni regionali in Lazio e Lombardia dei giorni scorsi, ha concluso: «È una disaffezione che solleva molti interrogativi, soprattutto sui giovani, e appare come un richiamo alla politica».