
Dopo oltre 200 ore dal terribile sisma che ha colpito le aree di confine tra Turchia e Siria, c’è ancora spazio per miracolosi salvataggi tra le macerie: singole storie di speranza nella vastità della devastazione di un terremoto che ha causato circa 40.000 vittime. Ma la “finestra” di tempo per i salvataggi si sta inesorabilmente chiudendo e si apre ora la fase dell’emergenza umanitaria: dare assistenza per permettere di andare avanti a milioni di persone rimaste senza una casa. Lo ha confermato l’assistente del segretario generale Onu per gli aiuti umanitari, Martin Griffiths, il quale in visita ad Aleppo — città simbolo di una devastazione che si somma a quella già in essere dopo 12 anni di conflitto in Siria — ha sottolineato che «ora il nostro obbligo è la fase umanitaria, ovvero l’urgenza di fornire riparo, assistenza psicosociale, cibo, istruzione e un senso del futuro per queste persone». Sempre l’Onu ha parlato nei giorni scorsi di oltre 5 milioni di sfollati in Siria, un’emergenza che inevitabilmente si somma alle profonde difficoltà già esistenti a causa del conflitto decennale.