Situazione critica al confine turco-siriano

Un sisma devastante
che si somma
a vulnerabilità già esistenti

A woman gestures while sitting amidst rubble and damages following an earthquake in Gaziantep, ...
07 febbraio 2023

Nel nord della Siria, «il terremoto va a innestarsi su un altissimo livello di vulnerabilità causato da oltre una decade di conflitto»: ma la situazione «è molto complessa su entrambi i lati del confine turco-siriano». È quanto racconta, al telefono con i media vaticani, il portavoce della Federazione Internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna rossa (Ifrc), Tommaso Della Longa. «La priorità, al momento, continua a essere la prima ricerca e il soccorso — afferma —. Come in ogni terremoto, c’è una corsa contro il tempo in queste ore, in quanto la “finestra” temporale per salvare persone sotto le macerie si sta per chiudere».

Le squadre della Mezzaluna rossa siriana e turca sono state attivate immeditatamente dopo il terremoto devastante: «Stanno effettuando attività di ricerca e soccorso, trasporto dei feriti con le ambulanze, primo soccorso, distribuzione di pasti caldi, coperte, supporto psicologico, tutta una serie di azioni che per intenderci abbiamo visto in Italia dopo i terremoti a l’Aquila e Amatrice». La seconda priorità, secondo Della Longa, è mettere al sicuro le persone sopravvissute, siano esse solamente sfollate a causa della distruzione della loro abitazione o anche ferite. «E mettere al sicuro i sopravvissuti, significa anche metterli al sicuro da condizioni climatiche avverse. Nelle aree colpite dal terremoto ci sono condizioni climatiche molto difficili, con freddo intenso, neve, pioggia e vento, per cui vi è un grandissimo livello di vulnerabilità per le persone che non hanno un riparo».

Il portavoce della Federazione internazionale della Croce Rossa conferma inoltre che la situazione siriana è molto particolare, visto che la popolazione del Paese è martoriata da oltre dieci anni di guerra civile. «Il livello di sofferenza è amplificato da tutta una serie di fattori: il conflitto, la crisi economica, il post covid, per cui vi è un’altissima vulnerabilità in una zona con problemi già importanti». Della Longa spiega che la Mezzaluna rossa siriana sta operando nelle regioni di Hama, Aleppo, Latakia e Tartus, senza riscontrare particolari ostacoli dovuti alla complessa situazione nella regione per il perdurare del conflitto. «Ovviamente il terremoto si aggiunge alle vulnerabilità e alle criticità già esistenti», precisa, evidenziando che la logistica degli aiuti in Siria è complessa riguardo ad esempio il rifornimento mezzi e la mancanza di alcuni strumenti specifici.

«È troppo presto per parlare di priorità specifiche che non siano salvare le vite umane», insiste il portavoce dell’Ifrc, sottolineando in ogni caso che l’Ifrc ha già stanziato 3 milioni di franchi svizzeri dai fondi d’emergenza per i primi soccorsi. E dopo un primo appello internazionale per aiuti da 70 milioni di euro diffuso ieri, la Federazione ha già aggiornato questo appello «a 200 milioni di franchi svizzeri che serviranno per la fase successiva all’emergenza: per creare ripari, fornire elettricità, cibo, acqua potabile, distribuzione di contanti per dare la possibilità agli sfollati di scegliere le loro priorità più urgenti».

di Valerio Palombaro