L’allocuzione dell’arcivescovo di Canterbury

«Non possiamo,
non vogliamo essere divisi»

 «Non possiamo, non vogliamo essere divisi»  QUO-030
06 febbraio 2023

E questa è la traduzione delle parole pronunciate in inglese da Sua Grazia Justin Welby commentando le letture (Gv 17, 6-26; At 2, 42-47).

L’unico modo in cui il mondo saprà che Gesù viene dal Padre è quando i suoi seguaci saranno uno, perché Dio è uno.

Il nostro essere una cosa sola è il modo in cui il mondo saprà che Gesù è il Signore, che Dio regna su tutte le potenze e le autorità, che la gloria del Padre viene creduta, e che sempre più persone conoscono il suo amore.

Lo vediamo negli Atti 2, appena letti per noi da Martha Adut Kuol. Coloro che scelgono di seguire Cristo entrano in una nuova comunità, dove non ci sono divisioni o gerarchie. Entrano in nuove relazioni e in un modo completamente nuovo di vivere. «Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme». Ma soprattutto, vivevano con abbondante generosità e cura per gli altri e per il mondo circostante. Vendevano i propri beni per darli ai bisognosi. Spezzavano il pane insieme. Vivevano il Vangelo e lo predicavano. La corruzione era esclusa. La violenza era inesistente.

Questi nuovi fedeli hanno vissuto le parole di Gesù: «Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie». Quando riconosciamo che tutto è di Dio, non abbiamo più paura di perderlo, perché sappiamo che è un Dio di abbondanza, non di mancanza, di grandezza, non di carenza. Non ci aggrappiamo più alle cose quando sappiamo nell’anima che tutto appartiene a Dio.

In un mondo di carestia e sete, la fede nell’abbondanza di Dio è difficile. Ma quando siamo una cosa sola, ci apprezziamo a vicenda come apprezziamo le membra del nostro corpo.

Diamo valore ai giovani. [Rivolgendosi ai giovani] Voi siete la maggioranza di questa nazione. Non siete solo il futuro, siete il nostro presente. Se vi apprezziamo, ascolteremo le vostre speranze di pace e di opportunità e permetteremo a queste speranze di plasmare le nostre nazioni e le nostre chiese. Non sarete ingannati dalla guerra. Non sarete costretti a uccidere. Sarete in disaccordo con gli altri, ma li amerete comunque. Sarete esempio di amore obbediente a Dio. Valorizzerete e onorerete le donne, senza mai violentarle, senza mai essere violenti, senza mai essere crudeli, senza mai usarle come se fossero lì per soddisfare il desiderio.

Quando siamo una cosa sola, valorizziamo e onoriamo le donne. Donne del Sud Sudan, so che oltre al dolore del conflitto e alla responsabilità di occuparvi delle vostre famiglie, molte di voi vivono il trauma della violenza sessuale e la paura quotidiana di subire maltrattamenti nelle proprie case. Eppure siete anche donne incredibilmente forti.

Mia moglie, Caroline, ha lavorato con molte di voi e ha ascoltato storie di voi che portate cibo, vestiti e formazione a coloro che dovrebbero essere considerati vostri nemici, rischiando anche la vostra vita per farlo.

Possa Dio ispirarci con il vostro esempio e ci permetta di offrirvi l’attenzione e il valore che Gesù ha dato alle donne vicine a lui.

Questo «essere uno» è qualcosa che dobbiamo praticare tutti, ma è soprattutto responsabilità dei leader, che hanno il potere di agire in base a ciò che gli altri dicono; possono scegliere di ascoltare o meno gli altri; possono offrire un modello di valutazione di chi è diverso da loro, oppure possono alimentare le divisioni.

L’essere cristiano porta tutti nella comunione dei credenti. Non importa se proveniamo da Paesi diversi, da denominazioni diverse, da tribù diverse. I miei cari fratelli — Papa Francesco e il moderatore Iain — e io siamo qui come parte della vostra famiglia, della vostra comunione, per stare con voi e condividere la vostra sofferenza. Abbiamo intrapreso questo Pellegrinaggio di Pace come non si era mai fatto prima, mai. Non possiamo, non vogliamo essere divisi. Niente sulla Terra può separarci dall’amore di Dio in Gesù Cristo. Nulla può separarci gli uni dagli altri nella condivisione di questo amore. Il sangue di Cristo ci unisce, indipendentemente dalle nostre differenze. Basta da solo per la nostra salvezza. Non abbiamo bisogno di altri sacrifici. Mia sorella e mio fratello non sono mai, mai, mai miei nemici.

C’è un posto e un ruolo per voi nella famiglia dei credenti, ed è quello di fare ciò che potete per condividere l’amore che vi è stato dato. Anche se si tratta di una piccola cosa. Ascoltate Gesù oggi. Amate qualcuno che è diverso da voi oggi. Abbracciatelo, condividete il cibo, proteggetelo.

Pregheremo per voi, cari fratelli e sorelle. Non siete abbandonati. Che Dio vi protegga, che vi santifichi e che possiate conoscere la Sua pace. E che noi, insieme, possiamo adorare il Dio che si è fatto uomo e ha condiviso le nostre sofferenze, per poter diventare uno e condividere la sua gloria.