Videomessaggio del Papa per la consegna del Premio Zayed 2023

La fratellanza umana
antidoto ai conflitti
e alle ombre del mondo

 La fratellanza umana antidoto   QUO-030
06 febbraio 2023

Pubblichiamo di seguito il testo del videomessaggio inviato da Papa Francesco in occasione della terza Giornata internazionale della Fratellanza umana, celebrata ad Abu Dhabi sabato pomeriggio, 4 febbraio. Le sue parole sono state trasmesse nel corso della cerimonia di assegnazione del Premio Zayed 2023 ispirato al «Documento sulla Fratellanza umana» che era stato firmato nella capitale degli Emirati Arabi Uniti nello stesso giorno del 2019 da Papa Francesco e dal Grande imam di Al-Azhar.

Care sorelle e cari fratelli, buongiorno!

Saluto con affetto e stima il Grande Imam Ahmed Al-Tayyeb con il quale, esattamente quattro anni fa ad Abu Dhabi, ho firmato il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune.

Ringrazio Sua Altezza lo Sceicco Mohammed bin Zayed per il suo impegno in favore del cammino della fratellanza; l’Alto Comitato per la Fratellanza Umana per le iniziative promosse in varie parti del mondo; e ringrazio anche l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite perché, con la risoluzione del dicembre 2020, ha stabilito il 4 febbraio come Giornata Internazionale della Fratellanza Umana. Sono inoltre lieto di associarmi alla lodevole iniziativa dell’assegnazione del Premio Zayed per la Fratellanza Umana 2023.

Nel condividere sentimenti di fratellanza gli uni per gli altri, siamo chiamati a farci promotori di una cultura di pace che incoraggi il dialogo, la comprensione reciproca, la solidarietà, lo sviluppo sostenibile e l’inclusione. Tutti noi portiamo nel cuore il desiderio di vivere da fratelli, nell’aiuto reciproco e in armonia. Il fatto che spesso questo non si verifichi — e ne abbiamo purtroppo segnali drammatici — dovrebbe stimolare ancor di più la ricerca della fratellanza.

È vero che le religioni non hanno la forza politica per imporre la pace, ma, trasformando l’uomo dal di dentro, invitandolo a distaccarsi dal male, esse lo orientano verso un atteggiamento di pace. Le religioni hanno pertanto una responsabilità decisiva nella convivenza tra i popoli: il loro dialogo tesse una trama pacifica, respinge le tentazioni di lacerare il tessuto civile e libera dalla strumentalizzazione delle differenze religiose a fini politici. Rilevante è anche il compito delle religioni nel ricordare che il destino dell’uomo va al di là dei beni terreni e si situa in un orizzonte universale, perché ogni persona umana è creatura di Dio, da Dio tutti veniamo e a Dio tutti torniamo.

Le religioni, per porsi al servizio della fratellanza, hanno bisogno di dialogare fra loro, di conoscersi, di arricchirsi reciprocamente e di approfondire soprattutto ciò che unisce e la collaborazione in vista del bene di tutti.

Le diverse tradizioni religiose, attingendo ciascuna dal proprio patrimonio spirituale, possono apportare un grande contributo al servizio della fraternità. Se sapremo dimostrare che è possibile vivere la differenza nella fraternità, potremo a poco a poco liberarci dalla paura e dalla diffidenza nei confronti dell’altro diverso da me. Coltivare la diversità e armonizzare le differenze non è un processo semplice, ma è l’unica via in grado di garantire una pace solida e duratura, è un impegno che richiede di rafforzare la nostra capacità di dialogare con gli altri.

Uomini e donne di diverse religioni camminano verso Dio percorrendo strade che sempre più spesso si intrecciano. Ogni incontro può essere occasione per contrapporsi oppure, con l’aiuto di Dio, per incoraggiarsi a vicenda ad andare avanti come fratelli e sorelle. Condividiamo infatti non solo una comune origine e discendenza, ma anche un destino comune, quello di creature fragili e vulnerabili, come il periodo storico che stiamo vivendo ci mostra in maniera evidente.

Cari fratelli e care sorelle,

siamo consapevoli che il percorso della fratellanza è un cammino lungo e difficile. Ai tanti conflitti, alle ombre di un mondo chiuso, contrapponiamo il segno della fratellanza! Essa ci sollecita ad accogliere l’altro e rispettarne l’identità, ci ispira a operare nella convinzione che è possibile vivere in armonia e in pace.

Ringrazio tutti coloro che si uniranno al nostro cammino di fratellanza, e li incoraggio a impegnarsi per la causa della pace e per rispondere ai problemi e ai bisogni concreti degli ultimi, dei poveri, degli indifesi, di coloro che hanno bisogno del nostro aiuto.

E in questa direzione va il Premio Zayed per la Fratellanza Umana. Grazie tante, grazie tante per questa vostra seduta con il premio di quest’anno, del quale sono state insignite la comunità di Sant’Egidio e la Signora Shamsa Abubakar Fadhil. Grazie tante per il vostro lavoro, per la vostra testimonianza.

E a tutti voi, cari fratelli e sorelle, il mio saluto e la mia benedizione.


Messaggeri di pace e costruttori di cooperazione


Fare «in modo che tutti noi, come messaggeri di pace e costruttori di cooperazione, costruiamo insieme la solidarietà umana, al fine di guarire le ferite dell’umanità». Lo ha auspicato il cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, presidente del Dicastero per il dialogo interreligioso, co-presidente dell’Alto Comitato della fratellanza umana, durante la cerimonia di conferimento del premio Zayed 2023 alla Comunità di Sant’Egidio e alla keniana Shamsa Abubakar Fadhil, conosciuta dai giovani del suo Paese come “Mama Shamsa”. 

 «La giuria di quest’anno — ha spiegato il porporato — ha esaminato centinaia di candidature per trovare coloro che incarnano i valori della fraternità umana», come immaginato da Papa Francesco e dal  Grande imam di Al-Azhar nella cosiddetta “Dichiarazione di Abu Dhabi” firmata a quattro mani il 4 febbraio 2019. Oltre a Sant’Egidio «che serve l’umanità ogni giorno», ha ricordato il cardinale comboniano, la giuria ha scelto una donna che «ha preso sul serio e in prima persona l’appello del Documento sulla fratellanza umana a proteggere la dignità dei giovani». 

Nella capitale emiratina il porporato spagnolo ha rappresentato anche il cardinale Luis A. Tagle — membro della giuria assegnataria del premio — impegnato nel seguito di Papa Francesco nel  viaggio nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan. 

Tra le motivazioni del premio alla comunità romana fondata da Andrea Riccardi e oggi presente in oltre 70 Paesi tra Europa, Africa, America e Asia, «il  contributo ai negoziati di pace e alla risoluzione dei conflitti in diversi luoghi del mondo»; ma anche l’impegno a favore di migranti e rifugiati attraverso la creazione dei «corridoi umanitari», che permettono a persone e famiglie che devono abbandonare la loro patria di giungere in sicurezza nei Paesi europei. A “Mama Shamsa” il riconoscimento è stato tributato per l’aiuto dato ai giovani del Kenya salvandoli «dalla violenza, dal crimine e dall’estremismo» e per le sue campagne di sensibilizzazione in tutta l’Africa, sulla violenza contro le donne. Fondatrice, nel 2014, del “Focus on Women and Youth in Coast Province for Political Development”, la donna lavora al servizio del bene comune difendendo i diritti umani, e promuovendo la collaborazione interreligiosa in vista dell’emancipazione dei giovani e delle donne, puntando sul riconoscimento della loro piena dignità e del fondamentale contributo dato alla società.

Nella circostanza anche il presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, ha fatto pervenire il proprio incoraggiamento all’iniziativa, dicendosi «orgoglioso di unirsi alle persone di tutto il mondo nella celebrazione della Giornata internazionale della fratellanza umana», giunta quest’anno alla terza edizione. Rimarcando che «con ogni generazione siamo chiamati a combattere le fiamme dell’odio a cui è stato dato troppo ossigeno per troppo tempo», ha invitato a piantare «i semi della fraternità tra tutti i popoli, le religioni e le credenze». Biden ha quindi indicato l’importanza della conoscenza reciproca e del dialogo «con persone di ogni estrazione, cultura e fede». Invitando a impegnarsi «per rinnovare i nostri sforzi per prenderci cura dei bisognosi, per chiedere pace, giustizia e libertà per tutti, ovunque». Ecco perché, ha concluso, la  Giornata internazionale della fratellanza umana, è occasione «per celebrare il coraggio morale dei leader religiosi e di altri che continuano a collaborare per il bene comune».