Gli ordini religiosi offrono una lunga tradizione di sinodalità

Decidere insieme

 Decidere insieme  QUO-030
06 febbraio 2023

Religiosa, in Germania, in pieno cammino sinodale: decisamente la mia avventura più grande in trentadue anni di vita consacrata. Avventura che ha presentato un’enorme sfida alla mia vocazione. Ha cambiato il mio amore per Gesù. Mi ha fatto sperimentare lo Spirito santo. Mai ho amato tanto la mia Chiesa e mai ho tanto sofferto a causa sua. Quando, dal 2000 al 2004, da teologa ancora studiavo psicologia alla Pontificia Università Gregoriana a Roma, negli altri paesi iniziava a essere conosciuto il fenomeno degli abusi sessuali all’interno della Chiesa. Nel 2010, poi, è toccato alla Germania. A quell’epoca, io lavoravo come terapista. La sofferenza dei sopravvissuti mi attanagliava e non mi lasciava più. Nel 2018 sono diventata presidente della Conferenza tedesca dei superiori generali, nella quale sono rappresentati uomini e donne. In quel momento arrivò uno studio, fatto in Germania, che dimostrò come l’abuso, nell’ambito ecclesiastico, abbia cause sistemiche, diverse dai motivi che li originano altrove.

I nostri vescovi decisero di affrontare tale situazione insieme a una larga alleanza di persone del popolo di Dio, il cosiddetto “cammino sinodale”. Ne sono membri dieci religiosi di ordini completamente diversi. Punto di partenza del nostro processo è e rimane la crisi degli abusi, la visione è e rimane l’evangelizzazione. Con questo cammino sinodale è cambiata la percezione della mia vita consacrata, la mia vocazione, il mio rapporto con Dio, il mio amore per la Chiesa. E con il cammino sinodale è cambiata la vita consacrata e la sua percezione nella Chiesa. Da molto tempo ormai abbiamo una crisi di vocazioni, con comunità composte sostanzialmente di persone anziane, comunità in via d’estinzione. Alcuni anni fa, un teologo aveva ricevuto l’incarico di scrivere un articolo sulla dimensione profetica della vita consacrata. Egli affermò che in questo momento da noi questa dimensione non esiste, e l’articolo non l’ha scritto.

Con il cammino sinodale ora stiamo facendo una nuova esperienza perché sono in molti quelli che ci dicono che proprio noi religiosi siamo importanti: perché? Conosco solo parte della risposta. Negli ordini religiosi esiste una lunga tradizione di sinodalità. Abbiamo sviluppato modi per decidere insieme, per scegliere la nostra guida, limitata nel tempo. Quando si riunisce il capitolo generale, è allora che rappresenta la più alta autorità. Questo ha a che fare con il potere, e l’abuso è sempre anche abuso di autorità. Ciò significa che, accanto al modello gerarchico, anche all’interno della Chiesa possono esserci altri modelli secondo cui esercitare il potere. Nelle congregazioni religiose femminili le donne vivono sostanzialmente in regime di autodeterminazione. Per tanto tempo le religiose non sono state prese sul serio; erano considerate solamente forza lavoro a basso costo. Oggi — come spesso è avvenuto nel corso della storia — le religiose sono di nuovo interlocutrici a pari titolo. Il fatto che, in occasione di una crisi, la Conferenza episcopale tedesca abbia chiesto un parere esterno a una religiosa, sicuramente non fu casuale. Per alcuni ecclesiastici è più facile confrontarsi con le religiose. La questione-donna, che da noi è in discussione, è ben custodita presso le religiose, forse anche perché spesso siamo più sincere. Personalmente, sono riconoscente alla mia comunità perché sempre mi sostiene quando mi impegno pubblicamente per l’eguaglianza delle donne. Noi siamo nubili. Il cammino sinodale discute del fatto se — come avviene nelle Chiese orientali — anche da noi uomini sposati possano essere ordinati sacerdoti. Noi stessi sperimentiamo che il celibato volontario può essere una testimonianza convincente: noi con gioia lo viviamo, e la gente ci crede.

Ci sarebbe ancora tanto da dire, e lo farei volentieri, perché so che a volte ci sono delle riserve nei riguardi del nostro cammino sinodale. Abbiamo il nostro caratteristico modo tedesco di fare, a livello interculturale, abbiamo ancora tanto da imparare per il futuro. Per gli uni siamo troppo razionali, per gli altri troppo emozionali; altri ancora sono irritati perché abbiamo iniziato prima del processo sinodale comune voluto dal Papa: scusate, non sapevamo che sarebbe venuto anche quello! Dobbiamo parlare di tante cose: proprio così! A questo servono i processi sinodali. La Chiesa è sinodale, da sempre, e per tanto tempo lo è stata troppo poco. Ho letto il documento di lavoro per la fase continentale del processo sinodale mondiale: mai mi sono sentita così compresa dalla mia Chiesa come in questo documento. Non abbiamo ancora le soluzioni ai problemi, ma finalmente abbiamo la facoltà di formulare apertamente le domande che abbiamo. E questo è ciò che soprattutto noi religiosi, uomini e donne, stiamo facendo in Germania. E sono felice del fatto che potremo farlo a livello di Chiesa universale.

di Katharina Kluitmann
Suora francescana della Penitenza e della Carità cristiana (Provincia di Lüdinghausen, Germania)


#sistersproject