Le testimonianze

Ricordando suor Mary
e suor Regina
uccise in un’imboscata

 Ricordando suor Mary e suor Regina uccise in un’imboscata  QUO-029
04 febbraio 2023

Ci sono le sfide e le speranze della Chiesa e il ricordo di due suore uccise il 16 agosto 2021 nelle parole di testimonianza che don Luka Hassan Arnu e suor Regina Achan hanno rivolto al Papa durante l’incontro nella cattedrale di Giuba.

«Santo Padre, siamo la delegazione della Chiesa in Sudan, siamo venuti a darle il benvenuto e a testimoniare questo evento storico, la sua visita pastorale qui a Giuba, in Sud Sudan!» ha detto don Luka, rivolgendosi a Francesco. «Siamo venuti — ha aggiunto — per adorare il Signore e per celebrare l’unità del popolo di Dio di questi due Paesi fratelli».

«Mentre raccontiamo, con la Beata Vergine Maria, le misericordie e le meraviglie che Dio ci ha mostrato qui in Sudan, possiamo davvero testimoniare e assicurare — ha affermato — che, nonostante la convivenza con la guerra civile e con tutti i danni conseguenti, la Chiesa non ha mai smesso di svolgere il suo ruolo sacerdotale, profetico e pastorale».

«La Chiesa, attraverso la forza dello Spirito e il ministero dei vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, catechisti e fedeli laici, continua ad annunciare il Vangelo di Gesù Cristo», ha aggiunto don Luka. E «attraverso le istituzioni pastorali, sanitarie ed educative, la Chiesa coordina e offre servizi al prossimo, nonostante le risorse limitate».

Il sacerdote ha fatto presente che oggi «la Chiesa affronta molte sfide nel portare avanti il proprio lavoro. Tra queste, l’ateismo sistematico, l’indifferenza verso le pratiche religiose, i conflitti tribali e gli scontri per le terre e le altre risorse naturali, la fame, i servizi sociali scadenti a causa della carenza di cibo, i prezzi elevati, la mancanza di lavoro e i salari inadeguati. Tutto questo è dovuto alla prolungata guerra civile e alla mancanza di volontà da parte dei nostri leader politici di collaborare per la pace».

«Rivolgiamo a Dio — ha concluso don Luka — questa umile preghiera: possa nostro Signore, con questa storica visita, toccare i cuori sudanesi e portarci una pace duratura. Maria, Regina della Pace, prega per noi! Santa Giuseppina Bakhita, prega per noi!».

La testimonianza di suor Regina ha preso le mosse da un ricordo: «Lunedì 16 agosto 2021, suor Mary Daniel Abut e suor Regina Roba Luate sono state colte in un’imboscata. Suor Mary è morta sul colpo e suor Regina mentre veniva trasportata all’unità sanitaria. Stavano tornando dalla celebrazione del centenario di Nostra Signora dell’Assunzione, parrocchia di Loa, nella diocesi cattolica di Torit, che si era svolta il giorno prima, il 15 agosto, e si trovavano a circa 30 miglia da Giuba, la loro destinazione finale. La missione della fondazione delle suore a Loa dista un centinaio di miglia da Giuba».

«Quel giorno — ha raccontato suor Regina — sono state uccise altre due persone: Leon Zozimo e Taban Caesar, anche loro di ritorno dalle celebrazioni del centenario. Suor Mary Daniel e suor Regina Roba appartenevano alla congregazione delle suore del Sacro Cuore, la cui casa madre è la missione di Loa, dove la congregazione non è più tornata formalmente da quando è stata sfollata negli anni sessanta».

«Le due donne erano originarie del Sud Sudan, ma entrambe avevano trovato la loro vocazione mentre erano rifugiate in Uganda. Figlia di Isidoro Bak e Ida Nyichan, suor Mary Daniel era nata l’8 settembre 1953 nel villaggio di Umbili a Wau, nello Stato di Bahr el Ghazal. Suor Regina Roba Luate, figlia di Pasqual Luate Ijja e di Elena Jabe e appartenente alla tribù dei Kakwa, era nata il 15 aprile 1954 nel villaggio di Minyori, parrocchia di Lutaya, nella diocesi di Yei, Stato dell’Equatoria centrale». Entrambe «avevano emesso la prima professione il 7 gennaio 1973 nel convento di Moyo, in Uganda, dove avevano anche pronunciato i voti perpetui il 1° gennaio 1979. Avevano celebrato insieme il 25° anniversario di professione religiosa il 1° gennaio 1998 a Khartoum».

Suor Mary Abut era stata eletta due volte superiora generale (2006-2018), ha ricordato suor Regina. «Come educatrice — ha detto — era stata direttrice della scuola primaria di Usratuna, a Giuba, e al momento della sua morte risiedeva presso la comunità di Kator. Nella semplicità di superiora generale, aveva dedicato quei dodici anni a lavorare come sacrestana nella chiesa di San Michele, lavando, spazzando e pulendo la chiesa con l’aiuto di un solo assistente. Aveva dei progetti per la congregazione. Per assicurarne il futuro, i suoi piani includevano la creazione di un ostello come fonte di reddito costante per sostenere le attività della congregazione: l’istruzione delle ragazze salvate, il sostegno ai nostri orfanotrofi e la loro amministrazione. I lavori erano iniziati ma non sono ancora terminati per mancanza di fondi. Voleva anche costruire una biblioteca per gli alunni nella scuola primaria di Usratuna, a Giuba. Ci auguriamo che tutto questo venga realizzato in sua memoria».

Suor Regina Roba si era formata come infermiera presso la Nsambya Nursing School di Kampala, in Uganda (1978-1980). «Aveva poi frequentato — ha racc0ntato la religiosa — l’High Nursing College di Khartoum, in Sudan tra il 1985 e il 1988. Dopo essere stata membro del consiglio generale di Giuba dal 2000 al 2005, si era iscritta a un corso di sanità pubblica a Nairobi, in Kenya. Al termine, aveva lavorato come infermiera e ufficiale sanitario in diverse località del Sudan meridionale. Al momento della sua morte, era tutor e formatrice di infermiere presso il Catholic Health Training Institute di Wau. Il suo sogno era quello di costruire un centro per la maternità a Giuba. Speriamo, con l’aiuto di buoni samaritani, di costruire una clinica ostetrica in sua memoria».

«Per onorare le suore — ha concluso suor Regina — l’arcidiocesi di Juba ha dichiarato la chiusura di tutte le istituzioni ecclesiastiche per una settimana, celebrando messe quotidiane per loro». Le religiose sono state sepolte nel cimitero di Rejaf, a sud di Giuba, il 20 agosto 2021.