Il discorso del presidente della Repubblica

Per una società
più giusta e solidale

 Per una società più giusta e solidale  QUO-026
01 febbraio 2023

Il popolo vuole costruire una società più giusta e solidale, per questo non si rassegna alle violenze, vuole combattere le povertà ed è impegnato nella tutela dell’ambiente: ecco la realtà della Repubblica Democratica del Congo che il presidente Félix Antoine Tshilombo Tshisekedi ha presentato al Papa durante l’incontro al Palais de la Nation. Il capo dello Stato ha dato il benvenuto a Francesco, «a nome di tutto il popolo, nella diversità delle sue sensibilità religiose», nelle quattro lingue nazionali.

«La Repubblica Democratica del Congo — ha affermato — è un grande Paese nel cuore del continente africano, composto da 26 province in cui vivono oltre 450 tribù. Queste popolazioni hanno una diversità culturale ricca e armoniosa». Questa caratteristica, «anziché essere un fattore di separazione, è diventata, nel corso della storia della nostra nazione, un fermento per l’avvento di una terra di pace e di ospitalità, nonché di accoglienza per i popoli dell’Africa e del mondo».

«Se la Repubblica Democratica del Congo ha proclamato la laicità dello Stato come principio costituzionale — ha proseguito il presidente — la vita delle nostre popolazioni rimane profondamente legata alle convinzioni religiose che traducono il dinamismo e la vitalità della loro fede». E «queste convinzioni — ha fatto presente — strutturano la nostra azione collettiva e la vita delle nostre famiglie si basa in gran parte su valori religiosi. Uno di questi valori è l’ospitalità, che è un valore cardinale condiviso da tutte le nostre famiglie e persone».

«Purtroppo dobbiamo constatare che negli ultimi tre decenni questa ospitalità è stata minata dai nemici della pace e dai gruppi terroristici, soprattutto dei Paesi vicini» ha affermato. E così «parte del nostro territorio, che da quasi trent’anni è tormentato dalla violenza», è divenuto «una zona in cui, oltre ai gruppi armati, potenze straniere desiderose dei minerali del nostro sottosuolo commettono crudeli atrocità, rendendo la sicurezza la prima e più grande sfida per il governo».

In conseguenza della «inazione e del silenzio della comunità internazionale, più di 10 milioni di persone sono già state atrocemente strappate alla vita» ha rilanciato il presidente, denunciando: «Donne innocenti, anche incinte, vengono violentate e sventrate, giovani e bambini vengono sgozzati, famiglie, anziani e bambini sono condannati a sfidare la fatica e la stanchezza per allontanarsi dalle loro case in cerca di pace, a causa delle azioni commesse da questi terroristi al servizio di interessi stranieri».

«Non possiamo e non vogliamo rimanere inermi di fronte a questa ingiustizia e a questo silenzio complice della comunità internazionale» ha assicurato al Papa, ringraziandolo «per l’interesse che ha sempre dimostrato per la situazione della sicurezza del nostro Paese, pregando con fervore per la pace nella sua parte orientale».

Il presidente ha poi presentato a Francesco la sfida economica: «Con il suo ricco potenziale economico, la Repubblica Democratica del Congo contiene nel suo sottosuolo la maggior parte delle risorse minerarie di cui il mondo ha bisogno oggi per garantire la transizione ecologica e la protezione dell’ambiente. Descritta come uno scandalo geologico per l’entità delle sue ricchezze e del suo potenziale minerario, resta il fatto che a oggi queste immense potenzialità non vanno ancora a beneficio dei congolesi». Ed è per questo che «la nostra responsabilità è di non lasciare nessuno ai margini della strada dello sviluppo economico, lavorando insieme per il bene collettivo con l’obiettivo di ridurre, se non eliminare, la povertà». Un passo importante, ha aggiunto, è l’inclusione dei «più poveri nel sistema educativo nazionale rendendo effettivo il principio costituzionale dell’istruzione di base gratuita». Un ruolo significativo, ha ricordato, lo ha sempre svolto la Chiesa cattolica proprio nell’istruzione e anche nella sanità.

«Per sostenere gli sforzi compiuti — ha proseguito il presidente — si è rivelato necessario adattare le risorse economiche e finanziarie alle sfide del cambiamento demografico e della densità di popolazione. È in quest’ottica che incoraggiamo e chiediamo partenariati reciprocamente vantaggiosi nello sfruttamento delle nostre ricchezze, in modo che contribuiscano ad aumentare le opportunità di lavoro e a migliorare le condizioni di vita della nostra popolazione». Allo stesso tempo, ha assicurato, «lavoriamo con determinazione per combattere la corruzione e la fuga di capitali, in modo che queste risorse servano davvero l’interesse di tutti».

Infine, Tshilombo Tshisekedi ha fatto riferimento alla questione della «tutela dell’ambiente», vera e propria priorità ed emergenza per il Paese. La visita pastorale, ha concluso, «contribuirà a rafforzare questa determinazione» a rispondere alle sfide da parte di un popolo «pronto ad accogliere il messaggio di pace, speranza, conforto, rafforzamento e fratellanza» testimoniato da Papa Francesco.