La preghiera davanti
al monumento dedicato
agli aviatori uccisi in Congo nel 1961

 La preghiera davanti al monumento  dedicato agli aviatori uccisi in Congo nel 1961  QUO-025
31 gennaio 2023

All’ingresso dell’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci, a Fiumicino, l’auto su cui viaggiava Papa Francesco ha fatto una breve sosta davanti al monumento su cui, in carattere maiuscolo, è scritto: «A ricordo del sacrificio dei tredici aviatori italiani caduti a Kindu in missione di pace l’11-nov-1961». Alle vittime di quel sanguinoso eccidio e a tutti coloro che hanno perso la vita partecipando a missioni umanitarie e di pace, il Pontefice ha dedicato una preghiera personale.

La stele — opera di Pio Manzù, figlio del celebre Giacomo — fa memoria appunto dei 13 militari italiani trucidati a Kindu, in Congo, vittime di «un’aggressione barbara» che lasciò «sbigottiti e sgomenti» mentre «recavano medicinali e viveri» e «compivano una missione assistenziale sotto la missione dell’Onu», come scritto su «L’Osservatore Romano» in un breve corsivo del 17 novembre 1961.

Dopo aver riportato la cronaca del crudele massacro il giornale vaticano si interrogava su quale pretestuoso movente potesse spiegare l’eccidio degli «aviatori dell’viii brigata» — di età compresa tra i 22 e i 43 anni — «se non il persistere di uno stato di precarietà in alcune frazioni della terra congolese» segnata, nel 1961, da una sanguinosa guerra civile, conseguenza dell’indipendenza raggiunta nel 1960.