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Vero Brunkow, missiologia e evangelizzazione digitale

Così porto Dio ai più lontani

 Così porto Dio ai più lontani  DCM-002
04 febbraio 2023

Brasiliana di origine, 43 anni, in Italia da agosto 2021, laureanda in missiologia presso la Pontificia Università Gregoriana, un bel sorriso aperto e quasi centomila follower sulla rete: Vero Brunkow, consacrata del Regnum Christi, è un’evangelizzatrice digitale. Con impegno, continuità ed entusiasmo porta ogni giorno la parola di Dio su Instagram e sul proprio canale YouTube. Preghiera, interpretazione del Vangelo, assistenza spirituale, consigli di vita dispensati non soltanto in prima persona ma anche da sacerdoti e teologi: Vero, influencer ormai seguita nel mondo intero, incarna una missione del tutto nuova, in linea con i tempi e soprattutto con l’indicazione di Papa Francesco che ha raccomandato alla Chiesa di accogliere e cavalcare la sfida digitale.

E la sua sfida quando è iniziata?

Cinque anni fa. Ho aperto il mio canale YouTube dopo essermi formata in evangelizzazione digitale sulla piattaforma spagnola iMisiòn. Ho iniziato con una riflessione domenicale sul Vangelo poi, durante la pandemia, i follower hanno chiesto gli esercizi spirituali on line e piano piano il campo di azione si è allargato. Per affrontare più temi e più volte alla settimana ho coinvolto sacerdoti e teologi

Perché ha deciso di impegnarsi nell’evangelizzazione on line?

Per portare la missione della Chiesa nello spazio digitale. Dove sta l’uomo, là è Dio. E dal momento che oggi l’uomo vive davanti a computer e smartphone, la Chiesa dev’essere pronta ad ascoltarlo anche in quello spazio.

Ma non si tratta di uno spazio solo virtuale?

Non bisogna cadere nell’equivoco. Il mondo digitale è reale perché è il luogo in cui la gente ormai abita. Molti considerano la tecnologia come un semplice strumento, invece è una dimensione effettiva in cui la parola di Dio può e deve farsi ascoltare. La nostra sfida è fare di quello spazio un luogo bello, ricco di valori spirituali e di fede.

E cosa cercano i fedeli che si collegano?

All’inizio della pandemia avevo invitato le persone a condividere la loro esperienza di conversione. Hanno risposto a centinaia, è stato bellissimo. In quel periodo difficile ho avvertito una forte esigenza di speranza. Oggi gli internauti si esprimono senza esitazione su tutto: chiedono non solo come iniziare a leggere la Bibbia ma anche come vivere il matrimonio nella fede, come affrontare il tradimento del coniuge o superare la depressione. In ogni situazione, l’uomo ha bisogno di ascolto.

Le richieste più inaspettate?

La comunicazione digitale, spesso sotto la garanzia dell’anonimato, permette alle persone di aprire il proprio cuore senza paura e porre le domande che in presenza non avrebbero il coraggio di porre. Qualcuno mi ha annunciato che intendeva suicidarsi, altri hanno chiesto cosa pensasse la Chiesa della loro omosessualità. Mi hanno raccontato che sono arrivate persino richieste di preparazione al Battesimo.

Esistono, oltre a lei, altri evangelizzatori digitali?

Ce ne sono tantissimi. Qualche mese fa è nata un’iniziativa appoggiata dal Dicastero della Comunicazione: “La Chiesa ti ascolta” che riunisce 244 evangelizzatori digitali di tutto il mondo. L’idea è quella di fare da ponte tra il processo sinodale e le persone che stanno nel mondo digitale. Stiamo diventando una comunità che ha superato i 500, un centinaio dei quali sono italiani. Ci consideriamo dei seminatori ma non sappiamo dove arriverà la nostra semina né dov’è situata la frontiera del mondo digitale. Io non posso prevedere dove arriva la mia parola. Ma sono sicura che là c’è Dio.

Ha mai parlato della sua missione con il Papa?

Nell’agosto 2022 Papa Francesco ha indirizzato ai partecipanti dell’incontro “Hechos 29” tenutosi a Monterrey, in Messico, un messaggio bellissimo di incoraggiamento a continuare.

E lei cosa vede nel suo futuro?

Sento nel cuore la necessità di lavorare a una pastorale digitale. Se Dio vorrà, sarò felice di sviluppare la mia missione attuale.

Sui social abbondano gli “haters”, gli odiatori. Ne ha anche lei?

Qualche voce di dissenso c’è, ma non parlerei di haters. Ogni tanto sui miei profili riscontro dubbi o contestazioni in materia religiosa, soprattutto da parte dei protestanti. Con i cattolici non ci sono difficoltà.

Figlia di genitori di confessioni diverse, cosa ha comportato?

Sono cresciuta a Curitiba, in Brasile, con una madre cattolica e un padre luterano di cui, fin da piccola, ho imparato a rispettare la religione. Il sabato andavo a messa con la mamma, la domenica al culto con papà. Poi, nel 2000, un paio di mesi prima della mia consacrazione, ho ricevuto la notizia che mio padre era diventato cattolico. Mi piace pensare che, con la mia consacrazione, Dio si sia incaricato di tutto ciò che mi è caro.

Qual è il suo sogno?

Vorrei avvicinare le persone che si sono allontanate dalla fede perché non sentono la vicinanza della Chiesa. Ma la Chiesa è dovunque ed è pronta a incontrare tutti, a portare la parola di Dio in qualunque luogo sia l’uomo. Noi evangelizzatori digitali siamo un piccolo ponte per facilitare questo dialogo che, grazie alla tecnologia, può arrivare sempre più lontano.

di Gloria Satta