Grazie all’impegno della Compagnia di Gesù nella Repubblica Democratica del Congo

Più opportunità di lavoro
per i giovani

 Più opportunità di lavoro per i giovani  QUO-023
28 gennaio 2023

Salvaguardia del creato e dell’ambiente, con la riforestazione e la tutela del bacino del fiume Congo, lotta ai cambiamenti climatici, istruzione e formazione professionale delle giovani generazioni: sono solo alcuni degli impegni che i gesuiti portano avanti nella Repubblica Democratica del Congo, grazie ad esempio alla Fondazione Magis, all’associazione Foi et Joie, al Centro Maisha o partecipando al network ecclesiale Rebac. Quest’ultimo è nato nel 2015, nell’alveo del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar, seguendo quanto già avviato dalla Rete ecclesiale panamazzonica e tenendo ben presente quello che Papa Francesco ha scritto nella Laudato si’, al numero 38: «Ricordiamo, per esempio, quei polmoni del pianeta colmi di biodiversità che sono l’Amazzonia e il bacino fluviale del Congo». Alla “conversione ecologica” sono state così dedicate varie iniziative, sempre con la bussola dettata da altre parole del Pontefice, come la Rete ha rimarcato: «Tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità» (n°14).

Tanta è dunque l’attesa per la visita di Papa Francesco nel Paese africano, tanto più che il 2 febbraio è previsto un incontro, a carattere privato e presso la nunziatura apostolica di Kinshasa, con i membri della Compagnia di Gesù che, come detto, sono impegnati su più fronti a fianco della popolazione congolese. Come ad esempio padre Alfred Kiteso, anima e guida dell’associazione Foi et Joie (Fede e Gioia) che, con la Fondazione Magis, l’opera missionaria della Provincia euro-mediterranea dei gesuiti, da alcuni anni ha avviato un progetto di alfabetizzazione dei giovani che si propone di ridurre il tasso di analfabetismo e di dare un futuro anche occupazionale a centinaia di ragazzi.

Padre Kiteso parla con entusiasmo e grande attesa della visita del Pontefice, contestualizzando anche la stessa nel momento per niente facile che la Repubblica Democratica del Congo sta attraversando: «Ci aspettiamo che la visita porti un messaggio di speranza ai giovani provenienti da famiglie povere e senza un futuro certo. Papa Francesco, che è molto vicino agli emarginati, agli esclusi delle nostre società moderne, arriva nella Repubblica Democratica del Congo in un momento in cui quasi tutti gli indicatori sono in rosso, compresa la capacità dei giovani analfabeti e alfabetizzati di diventare autonomi. Il suo messaggio sarà senza dubbio una fonte di conforto e un raggio di speranza per i giovani. Dio è sempre dalla parte dei poveri».

Ma vediamo più da vicino di cosa si occupa l’iniziativa presa con il supporto fattivo di Magis Italia: «Il nostro progetto di alfabetizzazione consiste in un programma di educazione rivolto a ragazze e ragazzi, disoccupati e di età compresa tra i 12 e i 18 anni, della città di Kikwit, nella provincia di Kwilu della Repubblica Democratica del Congo. Il progetto prevede due parti, ciascuna della durata di sei mesi: la prima si concentra sull’acquisizione di alcuni elementi fondamentali di lettura, scrittura e aritmetica, mentre la seconda offre la possibilità di una formazione professionale in taglio e cucito, falegnameria, informatica, meccanica e parrucchiere. Si tratta di una risposta ad un problema di esclusione sociale molto presente per i giovani provenienti da famiglie povere, ovvero l’accesso a un’istruzione di qualità. «Foi et Joie crede molto in questo progetto di educazione popolare dedicato alla causa degli emarginati, ha fatto della lotta all’analfabetismo e alla disoccupazione giovanile il suo cavallo di battaglia. Il nostro impegno è guidato dal desiderio di fornire alle popolazioni oppresse gli strumenti di base per aiutarle a diventare soggetti attivi del proprio sviluppo». E per questi giovani si tratta soprattutto di imparare a leggere, a scrivere e a fare di conto.

Il progetto è attivo dal 2018 e, come sottolinea padre Kiteso «grazie al sostegno della Fondazione Magis d’Italia, ha permesso ai giovani, soprattutto alle ragazze, di godere appieno del loro diritto all’istruzione e di acquisire competenze che possano renderle autosufficienti. Nel 2022, oltre al sostegno della Fondazione Magis, Foi et Joie ha beneficiato anche del supporto della Fondazione spagnola Roviralta per fornire ai giovani dei kit di lavoro per il loro effettivo inserimento nella società. Ad esempio, le ragazze hanno ricevuto macchine da cucire e altri accessori, mentre i ragazzi hanno ricevuto strumenti di base per il lavoro di falegnameria».

L’iniziativa, insomma, va avanti e cerca sempre nuove strade per offrire sempre più opportunità a quei giovani della RDC che ne vengono a conoscenza soprattutto grazie ai comunicati della radio diocesana di Kikwit: «Per offrire ai giovani inattivi buone condizioni di apprendimento — riprende padre Kiteso — si vuole ora costruire un centro professionale con infrastrutture adeguate e moderne. L’attuale sistema, che consiste nell’affittare una stanza per una prima alfabetizzazione e nell’inviare gli allievi a strutture professionali in città, non contribuisce a garantire una più che sufficiente formazione dei giovani che già provengono da famiglie povere. È necessario dotare il centro di infrastrutture adeguate ed essere finanziariamente in grado di fornire agli studenti, soprattutto alle ragazze, strumenti di lavoro per la loro autonomia dopo la prima formazione». Tutto questo potrebbe consentire anche e soprattutto di allargare la platea dei beneficiari del progetto, come riconosce il padre gesuita: «Dal 2018 e con il sostegno della Fondazione Magis d’Italia, sono quasi 200 i giovani che hanno già beneficiato dell’offerta formativa di Foi et Joie. Il numero è molto ridotto a causa della capacità dei locali affittati, a fronte di una domanda molto numerosa da parte dei giovani, soprattutto delle ragazze».

Una situazione, quella dei giovani analfabeti, che padre Kiteso ben conosce e che nel dettaglio illustra così: «Una delle sfide al centro degli obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dalle Nazioni unite per l’anno 2030 sottolinea l’urgenza di garantire l’accesso all’alfabetizzazione a tutti i giovani e a una parte considerevole degli adulti, sia uomini che donne. L’analfabetismo è un flagello che non deve essere trascurato, ci ricordano sempre le Nazioni unite. Nel 2022, ci saranno quasi 774 milioni di adulti analfabeti, due terzi dei quali saranno donne; 617 milioni di giovani che non avranno competenze alfabetiche e matematiche di base. Più della metà degli analfabeti del mondo vive nelle regioni più povere del pianeta: l’Asia e l’Africa subsahariana».

Secondo le indagini dell’Unicef, prosegue il gesuita, «la Repubblica Democratica del Congo ha un tasso di analfabetismo del 29,1 per cento. La ricerca rivela che più di 5,9 milioni di bambini e adolescenti sono fuori dall’ambiente educativo. Queste cifre ci ricordano quanto ci sia da fare per garantire che il diritto all’istruzione e all’alfabetizzazione di ogni cittadino congolese sia effettivo. E sebbene si affermi che il tasso di analfabetismo sia diminuito negli ultimi anni, la realtà sul campo dipinge un quadro desolante, soprattutto nelle aree rurali e periurbane. Inoltre, il tasso di disoccupazione tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni è passato dal 15,85 per cento del 2017 al 19 per cento del 2020».

di Igor Traboni