Anglicani, metodisti e Chiesa cattolica

Fratelli e sorelle
compagni di viaggio

 Fratelli e sorelle compagni di viaggio  QUO-018
23 gennaio 2023

Il linguaggio tipico del cammino e del pellegrinaggio è stato usato per molti anni in riferimento all’approfondimento delle relazioni ecumeniche. Quando Papa Francesco ha ricevuto l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, nel giugno 2014, ha concluso il suo discorso dicendo: «Dobbiamo camminare insieme». Due anni dopo, nella dichiarazione congiunta rilasciata dal Santo Padre e dall’arcivescovo presso la chiesa di San Gregorio, i due leader hanno affermato che cinquant’anni di dialogo hanno permesso alle due comunioni di rafforzare il loro legame sulla via del pellegrinaggio: «Siamo diventati amici e compagni di viaggio». Sempre nel 2016, i vescovi della Commissione internazionale anglicano-cattolica per l’unità e la missione (Iarccum) hanno lanciato un appello intitolato Camminare insieme: il servizio comune al mondo e la testimonianza del Vangelo, dichiarando che «anglicani e cattolici camminano insieme nella fede, guidati e rafforzati dal nostro Signore che percorre con noi il cammino del pellegrinaggio». Nel novembre 2017, accogliendo una delegazione del Consiglio metodista mondiale in occasione dei cinquant’anni della Commissione internazionale metodista-cattolica (Mercic), Papa Francesco ha parlato di metodisti e cattolici come “fratelli in cammino”. E ha aggiunto un’esortazione: «Così proseguiamo, sapendo che questo cammino è benedetto dal Signore: per Lui è iniziato e a Lui è diretto».

Il concetto di camminare insieme, chiaramente parte integrante di queste e di molte altre relazioni ecumeniche, è entrato più ampiamente nel linguaggio quotidiano della Chiesa cattolica dall’inizio del Sinodo. Il termine più tecnico, sinodalità, a lungo usato solo nei testi e nelle aule teologiche, è diventato una parola d’ordine nelle parrocchie e nelle diocesi di tutto il mondo, mentre la Chiesa si impegna in quello che il Santo Padre ha definito «un cammino di discernimento spirituale, di discernimento ecclesiale, che si fa nell’adorazione, nella preghiera, a contatto con la Parola di Dio». Il mandato conferito alla terza Commissione internazionale anglicano-cattolica (Arcic iii ) da Papa Benedetto xvi e dall’arcivescovo Rowan Williams si è incentrato su «la Chiesa come comunione, locale e universale, e il modo in cui, nella comunione, la Chiesa locale e universale giunge a discernere il giusto insegnamento etico». Consapevole dell’importanza delle conferenze episcopali nella Chiesa cattolica e dei sinodi provinciali nella Comunione anglicana, Arcic ha aggiunto al suo studio una riflessione sul livello regionale. È interessante notare che l’attuale processo sinodale nella Chiesa cattolica comprenda anche fasi regionali, sia nazionali sia continentali, tra la fase locale e quella universale. Il primo rapporto di Arcic iii , pubblicato nel 2017, è intitolato In cammino insieme: imparare a essere Chiesa, locale, regionale, universale. Questo testo risponde principalmente alla prima parte del mandato di Arcic iii , quella ecclesiologica.

La Commissione si è riunita, per la prima volta dopo la pandemia di covid-19, a Roma dal 7 al 14 maggio 2022 continuando a lavorare sulla seconda parte del mandato, esaminando cioè come la Chiesa locale, regionale e universale discerna il giusto insegnamento etico. Un certo numero di membri e consulenti cattolici di Arcic iii fanno parte anche della Commissione teologica del Sinodo. Ravvisando significative convergenze tra il lavoro di Arcic e il processo sinodale, il comitato direttivo di Arcic ha invitato il cardinale Mario Grech e suor Nathalie Becquart, rispettivamente segretario generale e sotto-segretario del Sinodo, a unirsi alla Commissione per una serata di dialogo e di discussione. Il 13 maggio i membri della Commissione sono stati ricevuti dal Santo Padre. Il co-presidente cattolico, monsignor Bernard Longley, arcivescovo di Birmingham (Inghilterra), e il vice co-presidente anglicano, l’arcivescovo Linda Nicholls, primate della Chiesa del Canada, rivolgendosi a Papa Francesco, hanno spiegato come la Commissione impieghi il metodo dell’“ecumenismo ricettivo” nel suo lavoro. In riferimento al recente centenario dell’inizio delle Conversazioni di Malines e della pubblicazione di Sorores in spe, documento del Gruppo delle Conversazioni di Malines (informale), l’arcivescovo Nicholls ha sollevato la questione degli ordini anglicani. Ha osservato che il mancato riconoscimento degli ordini anglicani da parte della Chiesa cattolica continua a essere una ferita per molti anglicani, concludendo: «Abbiamo sempre pensato che la nostra vita e le nostre tradizioni liturgiche e sacramentali dimostrano il nostro posto all’interno della Chiesa cattolica, ed è nostra viva speranza che questo venga riconosciuto da voi, nostri fratelli e sorelle in Cristo».

Rispondendo agli interventi dei due co-presidenti, Papa Francesco ha ricordato sia il tema dell’attuale lavoro di Arcic sulle questioni ecclesiologiche ed etiche, sia il suo metodo, suggerendo che esso «richiede, quali condizioni fondamentali, l’umiltà e la verità. Così si comincia, ammettendo con umiltà e onestà le proprie fatiche. Questo è il primo passo: non badare ad apparire belli e sicuri davanti al fratello, presentandosi a lui come sogniamo di essere, ma mostrargli con cuore aperto come siamo veramente, e mostrare anche i nostri limiti». Accennando ancora una volta alla dimensione sinodale dell’impegno ecumenico, il Santo Padre ha affermato che cattolici e anglicani sono chiamati a camminare insieme, ad «andare avanti, lasciando indietro le cose che dividono, nel passato come nel presente, e tenendo insieme lo sguardo fisso su Gesù e sulla meta che Lui desidera e ci indica, quella della visibile unità fra di noi». Passando a un diverso tipo di viaggio ecumenico, il Pontefice ha parlato dell’importanza della visita congiunta in Sud Sudan che avrebbe dovuto compiere con l’arcivescovo di Canterbury e con il moderatore dell’Assemblea generale della Chiesa di Scozia nel luglio 2022, ma che è stata riprogrammata dal 3 al 5 febbraio 2023. Il Sud Sudan è una terra in cui diverse confessioni hanno evangelizzato varie comunità e molte di queste comunità sono entrate in conflitto tra loro negli ultimi decenni. I leader cattolici, anglicani e riformati locali hanno svolto un ruolo importante nel promuovere un certo grado di pace e di stabilità nel Paese, e guardano alla prossima visita come un evento utile al rafforzamento della riconciliazione e della cooperazione nella loro terra. Raccomandando il viaggio alle preghiere della Commissione, il Santo Padre ha sottolineato: «Sarà un pellegrinaggio ecumenico di pace. Preghiamo affinché ispiri i cristiani del Sud Sudan e del mondo a essere promotori di riconciliazione, tessitori di concordia, capaci di dire no alla perversa e inutile spirale della violenza e delle armi».

Il termine “camminare insieme” ha una particolare importanza anche per la Comunione anglicana mondiale in questo momento. Nell’estate del 2022 si è svolta a Canterbury la xv Conferenza di Lambeth intorno al tema La Chiesa di Dio per il mondo di Dio: camminare, ascoltare e testimoniare insieme. Le Conferenze di Lambeth, che hanno luogo approssimativamente ogni dieci anni, mirano a riunire tutti i vescovi anglicani del mondo per condividere giorni di preghiera, comunione e riflessione. Tuttavia, la Comunione anglicana è attualmente segnata da un disaccordo molto profondo, principalmente sulla sessualità umana. Una delegazione di vescovi cattolici nominati dal Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani è stata invitata a partecipare alla Conferenza di Lambeth e ha sperimentato in prima persona la profondità delle divisioni all’interno della Comunione in merito a tale tema. Un numero significativo di vescovi, non essendo disposto a “camminare insieme” ad altri, ha deciso di non prendere parte all’incontro. Tra gli assenti figuravano tutti i vescovi di tre grandi Chiese africane. Tra i partecipanti, alcuni, inclusi i primati di Chiese membro, hanno rifiutato di ricevere la santa Comunione nella liturgia di apertura e di chiusura nella cattedrale di Canterbury, a causa della presenza di vescovi di Province che hanno mostrato una maggiore accettazione e un più ampio riconoscimento delle relazioni omosessuali. Contrariamente ai timori di alcuni, non si è verificato uno scisma esplicito durante la Conferenza, ma il leader del gruppo noto come Global South Fellowship of Anglican Churches ha ribadito, dopo la conferenza, l’intenzione del gruppo di rimanere diviso dalla Comunione: «La nostra disponibilità come vescovi ortodossi a partecipare a questa Conferenza non significa che abbiamo accettato di “camminare insieme” ai primati e ai vescovi revisionisti nella Comunione anglicana». Mentre cattolici e anglicani continuano a cercare una comunione sempre più stretta sulla via verso il Padre, è importante che i cattolici preghino per i loro fratelli e le loro sorelle anglicani in questa difficile situazione che minaccia la loro unità.

Il dialogo della Chiesa cattolica con il Consiglio metodista mondiale è in corso dal 1967 senza interruzioni. Il rapporto dell’ xi fase di dialogo Mercic è stato pubblicato nel 2022. Anche qui, il tema del viaggio è centrale: Dio riconcilia in Cristo. In cammino verso la piena comunione nella fede, nei sacramenti e nella missione. Il sottotitolo riflette l’imperativo missionario di essere pienamente riconciliati affinché la testimonianza delle Chiese diventi più efficace come segno, strumento e anticipo della riconciliazione che Dio vuole per l’umanità e per tutto il creato. Il documento è stato presentato il 7 ottobre durante la prima di una nuova serie di conferenze della Cattedra Tillard presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino a Roma. La presentazione del rapporto ha coinciso con il primo incontro della xii fase di dialogo Mercic, che si è tenuto a Roma dal 2 all’8 ottobre. La Commissione ha messo a punto un programma per il suo lavoro futuro che cercherà di tracciare un percorso verso l’unità attraverso una lente missiologica, tenendo conto della convergenza teologica che il dialogo ha già raggiunto. Ancora una volta, è stato riconosciuto il ruolo rilevante del processo sinodale della Chiesa cattolica; la Commissione ha potuto trarre beneficio dall’incontro informale avuto con il cardinale Grech e con suor Becquart, che hanno illustrato lo stato di avanzamento di tale processo e spiegato come le voci ecumeniche e interreligiose siano importanti per la Chiesa nell’ascolto che essa presta allo Spirito santo. Il 5 ottobre i membri della Commissione sono stati ricevuti da Papa Francesco. In tale occasione il co-presidente cattolico, monsignor Shane Anthony Mackinlay, vescovo di Sandhurst (Australia), ha affermato: «Il nostro impegno continuo è aiutare le nostre rispettive Chiese ad ascoltarsi vicendevolmente e a fare in modo che ognuna accolga i doni della grazia con cui lo Spirito santo ha benedetto l’altra, grazia che è “un dono anche per noi”, come Lei ha osservato in Evangelii gaudium». Il co-presidente metodista, reverendo Edgardo Colón-Emeric, ha consegnato al Santo Padre la prima copia del rapporto di Mercic ii . Ricordando che il Pontefice, durante l’ultima udienza concessa alla Commissione nel 2017, aveva sottolineato l’importanza di pregare insieme, Colón-Emeric ha osservato: «Volevo che sapesse che, prima di quell’udienza, i membri della Commissione avevano visitato gli Scavi sotto la basilica di San Pietro. Davanti alla tomba di san Pietro, abbiamo recitato il Padre Nostro ed è avvenuto un “miracolo”. Sentivamo che il peso di secoli di separazione si era alleggerito. Sentivamo di non essere semplicemente metodisti e cattolici. Eravamo cristiani. Nel sepolcro giaceva il nostro Pietro. Abbiamo pregato il Padre Nostro. Abbiamo chiesto perdono per i nostri peccati. Santità, Dio ci dà segni di piena comunione lungo il cammino. Possano questo testo e il lavoro di questa Commissione essere semi di unità, non di uniformità, affinché il mondo creda in Cristo, nostra pace».

Crescere nell’amore e nella comunione con i fratelli cristiani dai quali siamo separati è in sé un processo sinodale. Possiamo sperare che la Chiesa cattolica, nel suo sforzo di diventare sinodale in maniera più autentica, sarà anche un partner di dialogo più credibile per i nostri fratelli e le nostre sorelle anglicani e metodisti. Nello “scambio di doni” che caratterizza il dialogo ecumenico, i nostri amici metodisti e anglicani, a loro volta, potranno condividere con la Chiesa cattolica le loro esperienze di sinodalità.

di Martin Browne
Reverendo officiale della Sezione occidentale del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani