Domani si celebra la quarta Domenica della Parola

Sacra Scrittura e sacramenti fondamenta inseparabili della vita cristiana

 Sacra Scrittura e sacramenti fondamenta inseparabili  della vita cristiana  QUO-017
21 gennaio 2023

«Vi annunziamo ciò che abbiamo veduto» (1 Gv 1, 3). L’espressione dell’apostolo rivolta ai primi cristiani delle sue comunità scaturisce senza argini dall’esperienza viva di Cristo. Anche oggi l’annuncio di salvezza dovrebbe toccare i cuori degli uomini e delle donne del mondo grazie alla testimonianza dei cristiani credenti che, pur non avendo visto, hanno creduto per mezzo dell’ascolto della Parola di Dio. È questo versetto di Giovanni il motto della quarta Domenica della Parola di Dio, che sarà celebrata domani con la messa presieduta da Papa Francesco, alle 9.30, nella basilica di San Pietro.

La familiarità con la Scrittura, il dialogo con Dio attraverso la ricchezza della Sua Parola, sono frutto di una relazione costante, che fa maturare il cammino di fede di ogni credente e resta il primo motore dell’evangelizzazione. Per aiutare il popolo di Dio a «comprendere l’inesauribile ricchezza» del confronto con la Scrittura, il Santo Padre, nel 2019, ha stabilito con il motu proprio Aperuit illis, che la terza Domenica del Tempo ordinario venga dedicata alla «celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio». Un’iniziativa che Papa Francesco ha affidato a tutte le comunità cattoliche del mondo, con il desiderio che la giornata sia considerata come una «Domenica solenne». In più, la Domenica della Parola si colloca proprio al centro dell’annuale Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, e non è un caso, sottolinea il Papa nella lettera apostolica. Celebrare questa giornata «esprime una valenza ecumenica, perché la Sacra Scrittura indica a quanti si pongono in ascolto il cammino da perseguire per giungere a un’unità autentica e solida».

Anche la liturgia, domani, sarà arricchita da momenti e simboli molto significativi. A sette laici verrà conferito da Papa Francesco il ministero di catechista e a tre quello di lettore. Tra loro, scelti dai propri vescovi, uomini e donne in rappresentanza della Chiesa universale, provenienti da Italia, Congo, Filippine, Messico e Galles. Per ciascuno dei due ministeri è previsto un rito particolare; quello per i catechisti è stato presentato per la prima volta nell’edizione della Domenica della Parola dello scorso anno. Prima dell’omelia i laici candidati vengono chiamati per nome e presentati alla Chiesa. Poi, dopo le parole del Papa, a coloro che ricevono il ministero del lettorato viene consegnata una Bibbia, la Parola di Dio che sono chiamati ad annunciare, nella responsabilità grande di farsi voce del Verbo. Ai catechisti e alle catechiste, invece, viene affidata tra le mani una croce, riproduzione della croce pastorale usata prima da san Paolo vi, poi da san Giovanni Paolo ii, per ricordare loro la vocazione ad essere missionari nel mondo con lo sguardo sempre fisso su Cristo.

«Sacra Scrittura e Sacramenti tra loro sono inseparabili», scrive ancora il Papa in Aperuit illis, con lo sguardo rivolto, dunque, anche ai catechisti. Così, sempre Francesco, nel maggio del 2021, con il motu proprio Antiquum ministerium ha reso ufficiale e riconosciuto anche il ministero del catechista, chiamato ad appassionare ragazzi, giovani e adulti, alle strade di Dio. Le Conferenze episcopali in tutto il mondo si sono interrogate in questi anni sulle peculiarità della figura del catechista e hanno iniziato a stabilire i criteri e il percorso formativo per il conferimento del ministero. Insomma si è messa in moto una dinamica per far scoprire la grande vocazione all’evangelizzazione vissuta con ministeri peculiari.

La responsabilità dell’evangelizzazione comporta in primo luogo la conoscenza delle Sacre Scritture, perché come ricordava san Girolamo «l’ignoranza della Scrittura è ignoranza di Cristo». Questo compito, però, non è soltanto per coloro a cui la Chiesa affida un ministero, ma spetta a tutto il popolo dei credenti. Proprio per questo, per ravvivare la spinta alla preghiera e a porsi con costanza davanti alla Parola di salvezza, al termine della messa ciascuno dei fedeli presenti riceverà una copia del Vangelo di Matteo. Quello stesso Vangelo che viene proclamato durante questo anno nella celebrazione domenicale dell’Eucarestia; si realizza così quanto il concilio insegnava nella costituzione sulla Parola di Dio, Dei Verbum, per cui i credenti si accostano alla mensa della Parola di Dio e alla mensa eucaristica.

E dunque, la celebrazione di domani intende essere un segno, un’occasione perché ogni credente possa riscoprirsi in cammino come i discepoli di Emmaus: sempre alla presenza del Signore, vivo nell’Eucarestia e nella Scrittura.

di Rino Fisichella
Arcivescovo pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione