Le Comunioni cristiane mondiali nel movimento ecumenico moderno

Voci diverse
della stessa Chiesa

 Voci diverse della stessa Chiesa  QUO-015
19 gennaio 2023

Il graduale emergere del movimento ecumenico contemporaneo all’inizio del xx secolo è stato preceduto e poi accompagnato dalla nascita di raggruppamenti mondiali di Chiese che facevano riferimento alle stesse radici storiche e alla stessa tradizione teologica. Queste federazioni o associazioni intraconfessionali sorsero nella seconda metà del xix secolo e possono essere considerate foriere del moderno spirito ecumenico all’interno della cristianità mondiale. La creazione di associazioni confessionali mondiali è un processo durato molti decenni. Esso prese avvio con la Comunione anglicana durante la prima Conferenza di Lambeth che, riunendo i vescovi anglicani di tutto il mondo, ebbe luogo a Londra nel 1867. Processi simili portarono all’istituzione di analoghe federazioni nei decenni successivi; tra di esse ricordiamo il Consiglio metodista mondiale (1881), la Chiesa vetero-cattolica dell’Unione di Utrecht (1889), l’Alleanza battista mondiale (1905), la Conferenza mennonita mondiale (1925), la Federazione luterana mondiale (1947). Un processo più complesso, ma simile, si verificò in seno alla comunità di Chiese di tradizione calvinista, a iniziare dalla creazione dell’Alleanza delle Chiese riformate fedeli al sistema presbiteriano (1875) e del Consiglio congregazionale internazionale (1891), per proseguire con una serie di unioni successive, fino alla più recente istituzione della Comunione mondiale delle Chiese riformate (2010).

Nello stesso periodo sorsero altre associazioni di respiro internazionale ma di diverso stampo, come l’Alleanza evangelica mondiale (1846) e la Fraternità pentecostale mondiale (1947). Frutto di movimenti di risveglio che andavano oltre i confini confessionali e nazionali, esse erano all’inizio associazioni di individui e comunità informali con tenui legami tra loro, incentrate sull’affermazione della loro fede e sulla condivisione di esperienze spirituali. Con il tempo, tuttavia, esse divennero organizzazioni più strutturate comprendendo raggruppamenti nazionali di evangelicali o pentecostali. Spinte da aspirazioni diverse, tutte queste federazioni e associazioni avevano in comune l’intenzione di superare i confini nazionali, dimostrare la reciproca solidarietà delle Chiese e offrire una testimonianza comune a livello internazionale. Questi processi di rafforzamento dei legami di comunione tra le comunità ecclesiali facenti riferimento alle stesse radici storiche, alla stessa tradizione confessionale o alla stessa esperienza spirituale sono avvenuti di pari passo con l’emergere e con il rapido sviluppo del più ampio movimento ecumenico, culminato con l’istituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese nel 1948.

Chiamate dapprima “famiglie confessionali mondiali”, all’inizio degli anni Ottanta, tali associazioni hanno assunto poi il nome di Comunioni cristiane mondiali (Ccm). È importante comunque non identificare le Ccm solo con i gruppi sopramenzionati, poiché non tutte le Chiese che sono riconosciute all’interno del movimento ecumenico come Comunioni cristiane mondiali si concepiscono come “federazioni” o “associazioni”. La Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica, a esempio, sulla base della loro ecclesiologia, non sono strutturate come federazioni o associazioni e si concepiscono come “Chiese”; i loro fedeli non si considerano come membri di denominazioni confessionali internazionali.

Ogni Comunione cristiana mondiale è composta da Chiese e comunità ecclesiali presenti in tutte le regioni del mondo. A motivo di questa ampia diffusione geografica, tali Chiese e comunità ecclesiali sono molto diverse tra loro, con differenze a livello di background storico, cultura, razza, lingua o ambienti socio-politici. Esistono anche accentuazioni teologiche diverse, a volte addirittura contrastanti. Nonostante questa grande diversità, esse sono consapevoli di condividere la stessa tradizione di fede e di appartenere alla stessa comunione ecclesiale. Nello stabilire strutture per mantenere e nutrire la loro comunione, esse danno a questa consapevolezza una qualche forma di espressione visibile. Le loro strutture variano notevolmente. Mentre alcune Comunioni cristiane mondiali sono federazioni o associazioni senza strutture centralizzate comuni per il processo decisionale, altre hanno strutture di governance rigorosamente definite a livello locale, regionale e mondiale.

Non vi è un comune denominatore che tenga insieme i diversi gruppi confessionali di portata mondiale. Mentre alcune Comunioni pongono l’accento principalmente sulla dottrina che hanno in comune, altre considerano l’avere una struttura comune più importante per la propria identità confessionale. Nessuna descrizione coglie esattamente la varietà di queste organizzazioni ecclesiali mondiali. In termini generali, possiamo descriverle come raggruppamenti di Chiese e comunità ecclesiali che riconoscono di appartenere alla stessa tradizione storica e sono consapevoli di condividere un comune patrimonio teologico e spirituale. Probabilmente, avere una visione condivisa di ciò che significa “Chiesa”, avere cioè una specifica autocomprensione ecclesiologica, è il fattore chiave che distingue le varie identità confessionali.

La Conferenza annuale dei segretari delle Comunioni cristiane mondiali


Già nel 1957 alcuni segretari generali di queste famiglie cristiane tennero un incontro informale che prese il nome di Conferenza dei segretari delle Comunioni cristiane mondiali (Cs/Ccm). Da allora la Conferenza si è riunita regolarmente ogni anno, con pochissime eccezioni (1960, 1961 e 1975). A questi incontri, ristretti dapprima al mondo protestante, con il passare del tempo e con il diffondersi dello spirito ecumenico in tutte le tradizioni cristiane si sono aggiunti rappresentanti della Chiesa ortodossa (Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, Patriarcato di Mosca e alcune Chiese ortodosse orientali) e della Chiesa cattolica, rappresentata dal Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani. Agli incontri partecipano anche, oltre ai rappresentanti delle famiglie confessionali, i segretari generali di alcune organizzazioni ecumeniche internazionali, tra cui il Consiglio ecumenico delle Chiese, il Global Christian Forum e l’Organization of African Instituted Churches.

La Conferenza non è un’organizzazione permanente con uno staff e un budget fissi, ma un incontro informale di leader ecclesiali che offre loro una piattaforma per scambiarsi informazioni e per tenere consultazioni ecumeniche. Essa è organizzata e guidata da un presidente, coadiuvato da un segretario. Il presidente dura in carica due anni, con la possibilità di essere eletto per un ulteriore mandato. Il segretario può rimanere in funzione più a lungo. L’attuale presidente della Conferenza è il reverendo César García, della Chiesa mennonita colombiana; il segretario è il reverendo Ganoune Diop, della Chiesa avventista del settimo giorno. La Conferenza si riunisce solitamente per tre giorni in autunno, in diverse parti del mondo, ospitata ogni volta da una diversa Comunione. A causa della pandemia di covid-19, nel 2020 e nel 2021 gli incontri si sono svolti online. L’ultima Conferenza dei segretari ha avuto luogo nel novembre 2022 a Vancouver, in Canada, ed è stata ospitata dalla Fraternità pentecostale mondiale. Ha riunito rappresentanti di ventidue Comunioni cristiane mondiali e organizzazioni ecumeniche multilaterali. La Chiesa cattolica era rappresentata da monsignor Brian Farrell, segretario del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani.

Ogni giornata della Conferenza inizia e si conclude con una preghiera guidata da uno dei partecipanti, seguendo diverse tradizioni liturgiche. Molto tempo viene dedicato alla presentazione dei rapporti delle varie Comunioni, distribuiti precedentemente in forma scritta ai partecipanti. La presentazione è intervallata da domande e discussioni sulla vita delle Chiese/Comunità ecclesiali e sulle questioni ecumeniche trattate nei rapporti. La Conferenza offre anche l’opportunità di incontrare i leader cristiani locali per un momento di preghiera e di condivisione. Per quanto semplice nelle sue intenzioni, questa riunione annuale è diventata, con il tempo, parte vitale del calendario ecumenico mondiale. Il suo scopo principale consiste nel condividere informazioni sulla vita interna e sulle relazioni ecumeniche di ciascuna Comunione, fornire un aggiornamento sui vari dialoghi bilaterali e multilaterali in corso e promuovere relazioni fraterne tra le Chiese/Comunità ecclesiali impegnate nel movimento ecumenico. Scambiando informazioni tempestive e parlando di situazioni e processi concreti, la Conferenza aiuta le Chiese a comprendersi meglio e a individuare le tendenze attuali del cristianesimo mondiale. Anche se il ruolo principale della Conferenza è lo scambio di informazioni, a volte vengono affrontate questioni di comune interesse e rilevanza per la ricerca dell’unità dei cristiani. Negli incontri passati, i segretari hanno discusso argomenti come il ruolo dei dialoghi bilaterali, i rapporti tra le Società bibliche e le Ccm, la libertà religiosa e i diritti umani, le tensioni interne alle Chiese dovute a diverse visioni della sessualità umana, il ruolo delle Ccm nel futuro del movimento ecumenico.

La Conferenza, conformemente al modo in cui è stata concepita e programmata, non ha alcun mandato per prendere decisioni a nome delle Comunioni, emanare linee programmatiche per le Chiese, avviare un’azione comune o risolvere le sfide esistenti del movimento ecumenico. Non vengono approvate risoluzioni o dichiarazioni ufficiali e non viene pubblicato alcun comunicato ufficiale alla sua conclusione.

Oltre ad avere un’importante dimensione ecclesiale, la Conferenza è un’opportunità di crescita spirituale e umana e di reciproco arricchimento per i partecipanti che rappresentano le diverse tradizioni. In uno spirito di fiducia e di amicizia, essa offre uno spazio per la preghiera comune, per lo scambio fraterno e per il sostegno reciproco, utili al rafforzamento della vita cristiana e dell’impegno ecumenico di coloro che sono coinvolti. Nonostante il suo status di incontro informale, la Conferenza, riunendosi regolarmente da oltre sessantacinque anni, ha contribuito in modo significativo a rendere più compatto il movimento ecumenico, e continua a promuovere la conoscenza e la collaborazione tra le Chiese di quasi tutte le tradizioni confessionali, che rappresentano la stragrande maggioranza del cristianesimo odierno.

di Andrzej Choromanski
Reverendo officiale della Sezione occidentale del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani