Era un sonno pesante

Era un sonno pesante, un sonno del dopopranzo. Eravamo io e te, giovani, come avessimo la stessa età. Tu mi parlavi ma non capivo, ero così sorpresa di trovarmi con te. Anche il luogo era strano, una specie di salone, un palazzo antico, pieno di stanze e corridoi e noi lì, sedute in un salotto, come fosse una cosa normale. Forse era primavera, c’era tanta luce fuori. «Mamma — ti dicevo — ma che ci fai qui? Sei morta da tanto». «Mi hai chiamata tu. Vuoi dirmi qualcosa?». «No, niente. Cosa potresti rispondermi se sei morta?». «Ma sono qui, ti ascolto, ti parlo, dimmi pure». Ero, nel sogno, molto turbata, imbarazzata, come del resto sono stata sempre, per una vita, davanti a te. Attenta a non fare passi falsi, a non dire una parola sbagliata che potesse scatenare il ...