La prolungata siccità mette in pericolo 58 milioni di persone per fame, sete e malattie

Corno d’Africa
Morsa mortale

Rukiyo Adan Mahad cuddles her daughter Samyia, 18 months old, as she sleeps at the nutrition unit of ...
17 gennaio 2023

Lo strazio, soltanto quello. Non appare altro dalle immagini che giungono dal Corno d’Africa, dove oltre 58 milioni di persone si trovano in condizioni di profonda insicurezza alimentare, destinate peraltro a peggiorare nel 2023, soprattutto per quanto riguarda Etiopia, Somalia e parte del Kenya. Se la denuncia arriva da Pamela Kathuru, esperta del Dipartimento meteorologico del Kenya, ripresa dal quotidiano della Tanzania «The Citizen», soltanto qualche giorno fa l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) aveva rilanciato l’allarme delle principali agenzie dell’Onu riguardo alla regione: «La lunga siccità nel Corno d’Africa minaccia una catastrofe umanitaria», aveva detto il segretario generale del Wmo, Petteri Taalas. In dicembre l’Unicef aveva parlato di oltre 20 milioni di bambini a rischio per la minaccia di fame, sete e malattie.

I meteorologi di Nairobi hanno sottolineato come, con cinque stagioni consecutive di pioggia già praticamente fallite, sono peggiorate le condizioni di salute delle popolazioni locali, anche da un punto di vista psicologico e mentale, soprattutto tra le comunità vulnerabili. «L’aggravarsi della crisi dimostra come i cambiamenti climatici minaccino la vita e i mezzi di sussistenza di centinaia di migliaia di persone», ha affermato la Kathuru, proprio quando si aggrava la situazione nelle regioni settentrionali del Kenya, dov’è in corso una nuova epidemia di colera che ha già causato una settantina di vittime. Particolarmente critiche le condizioni del campo profughi di Dadaab, al confine con la Somalia, dove vivono circa 30 mila persone: lì i casi confermati di colera sono già 1.600.