In Mongolia una statua di Maria trovata in una discarica diventa straordinario segno di protezione

La Signora degli scartati

 La Signora degli scartati  QUO-011
14 gennaio 2023

La strada per la conversione e la salvezza può passare per una discarica? A Darhan sembra proprio di sì. In questa piccola città nel nord della Mongolia, in Asia orientale, una povera donna, madre di undici figli, lotta con le unghie e con i denti per strappare a quell’immensa distesa di rifiuti un briciolo di vita e di speranza, per sé e per la sua numerosa famiglia: cibo ancora buono da mettere sotto i denti e qualcosa di miracolosamente intatto da poter provare a rivendere chissà dove.

Nella discarica, un giorno come un altro, un camion ribalta la spazzatura e ai piedi della povera donna si posa un oggetto avvolto in un panno. La donna, stupita, lo afferra e lo scopre. Anche se non c’è una foto che abbia potuto cogliere i dettagli di un momento così particolare, non ci si sbaglia a supporre che la donna abbia sgranato gli occhi, interrompendo per qualche istante il respiro: tolto quel panno, le si svela una statua di legno ben intagliato, con le fattezze di una bella signora. È la Vergine Immacolata. La povera donna non riconosce immediatamente la Madre di Dio, ma poco dopo, quando la porta a casa sussurrando «questa bella signora è voluta venire ad abitare nella mia tenda». Del resto, lei non è cristiana e l’unico suo approccio alla fede era stato, qualche tempo prima, con alcune suore di Madre Teresa che le parlarono proprio della Madonna e le insegnarono l’Ave Maria.

Una volta compreso chi fosse quella bella signora, la povera donna porta la statua alla piccola comunità cattolica che la espone nella parrocchia locale. Tutto questo accadeva alcuni anni fa. Solo di recente, per l’esattezza lo scorso anno, la storia ha ripreso a camminare: le suore la raccontano al cardinale Giorgio Marengo, missionario della Consolata e prefetto apostolico di Ulaanbaatar (capitale della Mongolia) che ne rimane estremamente colpito. «Ho subito pensato che la Vergine, attraverso questo ritrovamento, volesse dirci qualche cosa», afferma Marengo, che ancora non riesce a spiegarsi «come quella statua abbia fatto a finire nella discarica visto che, soprattutto in quella parte del Paese, i cattolici sono pochissimi. Allora ho pensato che il Signore, attraverso la sua Santa Madre, si fa presente nelle situazioni più estreme per dirci quanto sia vicino a ognuno di noi».

Il cardinale matura nel tempo la convinzione che la statua di Maria ritrovata nella spazzatura simboleggi l’atteggiamento della Vergine «sempre pronta a incontrarci anche nei luoghi di disperazione, di scarto, di dolore, di abbandono. Della statua — rivela — ne ho parlato anche con il Santo Padre quando diversi mesi fa sono stato da lui in visita con una piccola delegazione di monaci buddisti della Mongolia: gli ho mostrato un’immagine e lui ne è rimasto molto contento».

L’epilogo della storia si consuma l’8 dicembre scorso, solennità dell’Immacolata Concezione, quando Marengo decide di consacrare l’intera Mongolia a Maria. L’atto avviene nella cattedrale di Ulaanbaatar proprio davanti alla statua della discarica, per l’occasione intronizzata nella stessa cattedrale e coperta con un manto particolare costruito, spiega il porporato, «con tanti piccoli pezzi di stoffa inviati alla prefettura apostolica dalla maggioranza dei fedeli mongoli e dai missionari. Ogni piccolo pezzo di stoffa rappresenta un momento essenziale della loro vita».

La Vergine ora veglia su una nazione sconfinata dove i cattolici sono solo 1400 (tutti riuniti nella prefettura apostolica di Ulaanbaatar) e dove la Chiesa ha da poco festeggiato il trentennale della sua nascita.

«Dobbiamo ringraziare Dio — conclude Marengo — se in soli trent’anni la Chiesa si è potuta stabilire e radicare qui, dopo il lungo periodo del comunismo. Mi piace ricordare un’immagine che Papa Francesco usò per descrivere queste piccole comunità ecclesiali parlando, tempo fa, ai vescovi dell’Asia centrale: sono, disse, germogli nella steppa». Germogli sotto il manto amorevole e protettivo di Maria.

di Federico Piana