Il genio femminile al centro della visione globale di Francesco

La donna via della pace

A worshipper lights a candle at the Ukrainian Orthodox Saint Michael's Golden-Domed Monastery in ...
12 gennaio 2023

Se per Paolo VI progresso è il nuovo nome della pace, si può affermare che per Francesco, in qualche modo, “chi dice donna dice pace”. Se ne è avuta una riprova eloquente questa settimana nell’incontro che il Papa, come è tradizione all’inizio dell’anno, ha avuto con il Corpo Diplomatico. Il discorso di Papa Francesco — il decimo agli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, dall’inizio del Pontificato — ha affrontato tutti i grandi temi di attualità internazionale, ma si è distinto in particolare per lo spazio ampio e incisivo dedicato alla questione femminile (per sei volte il Papa ha pronunciato la parola donne). Un tema, questo, sempre più al centro dell’impegno di Francesco per riconciliare e pacificare un’umanità ferita che ha bisogno della pace come la terra riarsa della pioggia. Ha destato giustamente ampia eco il passaggio in cui il Pontefice ha denunciato, con parole inequivocabili, la pena di morte in Iran in seguito alle «manifestazioni che chiedono maggiore rispetto per la dignità delle donne». Poco dopo ha definito «inaccettabile» l’esclusione dall’educazione delle giovani donne afghane da parte del regime talebano. Per il Papa, dunque, la posta in gioco è chiara: non c’è autentico sviluppo quando le donne «sono considerate come cittadini di seconda classe». Laddove invece vedono riconosciuti i propri diritti possono essere le «prime alleate della pace».

Fin dall’inizio del suo Pontificato, Francesco ha messo la donna al centro del suo Magistero sul dialogo e la riconciliazione tra i popoli. Nel suo primo viaggio apostolico — quello in Brasile per la Gmg di Rio de Janeiro — nella conferenza stampa in aereo, elogiò le donne del Paraguay che durante una sanguinosa guerra alla fine del xix secolo, portarono avanti il Paese, lo ricostruirono, infondendo speranza in un futuro di pace mentre gli uomini facevano la guerra. Tuttavia negli ultimi anni, con il profilarsi sempre più netto della “Terza Guerra Mondiale a pezzi”, il Papa ha moltiplicato i riferimenti alle donne come baluardo di pace contro lo scatenarsi dell’odio e della violenza. L’8 marzo del 2019, nella Giornata internazionale della Donna, Francesco esorta a guardare al mondo «con gli occhi delle madri, con lo sguardo della pace». Parlando all’American Jewish Committee, arriva a dire che «la pace è donna» e che «se abbiamo a cuore l’avvenire, se sogniamo un futuro di pace, occorre dare spazio alla donna».

Appassionate sono le parole che all’universo femminile, il Papa dedica nella messa del primo gennaio 2020 per la 53.ma Giornata mondiale della pace, nella solennità di Maria Madre di Dio. «Se vogliamo un mondo migliore, che sia casa di pace e non cortile di guerra — osserva — ci stia a cuore la dignità di ogni donna». Francesco chiede che la donna possa essere «associata ai processi decisionali» così da essere «donatrice e mediatrice di pace». E rileva che «quando le donne possono trasmettere i loro doni, il mondo si ritrova più unito e più in pace». Concetti che riprende e sviluppa in un contesto particolarmente significativo, quello dell’Incontro interreligioso in Kazakhstan nel settembre dell’anno appena concluso. «Alle donne — dice il Papa — vanno affidati ruoli e responsabilità maggiori. Quante scelte di morte sarebbero evitate se proprio le donne fossero al centro delle decisioni». La donna è dunque sempre più, nella visione di Papa Francesco sul mondo, «via verso la pace». Lo è perché genera vita, sa prendersi naturalmente cura di chi soffre, non si vergogna della tenerezza. E perché sa che non c’è ragione al mondo per giustificare che un suo figlio sia strappato alla vita per combattere una guerra.

di Alessandro Gisotti