Arcivescovo emerito di Sydney e prefetto emerito della Segreteria per l’economia

È morto il cardinale
George Pell

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11 gennaio 2023

Nella sera di martedì 10 gennaio è morto a Roma il cardinale australiano George Pell, arcivescovo emerito di Sydney e prefetto emerito della Segreteria per l’economia. Aveva 81 anni. Nato l’8 giugno 1941 a Ballarat, il 16 dicembre 1966 aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale. Eletto alla Chiesa titolare di Scala il 30 marzo 1987, era stato nominato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Melbourne. Aveva ricevuto l’ordinazione episcopale il successivo 21 maggio. Giovanni Paolo ii lo aveva nominato il 16 luglio 1996 arcivescovo metropolita di Melbourne e il 26 marzo 2001 arcivescovo metropolita di Sydney. Nel Concistoro del 21 ottobre 2003 lo aveva creato e pubblicato cardinale del titolo di Santa Maria Domenica Mazzarello. Il 13 aprile 2013 era stato nominato tra i membri del gruppo di cardinali incaricati di consigliare il Papa nel governo della Chiesa universale e di studiare un progetto di revisione della costituzione apostolica Pastor bonus sulla Curia romana. Di quel gruppo aveva fatto parte fino all’ottobre 2018. Dal 24 febbraio 2014 — giorno della rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Sydney — aveva svolto per cinque anni l’incarico di prefetto della Segreteria per l’economia.

Appena cinque giorni fa, giovedì 5 gennaio, il cardinale Pell aveva concelebrato la messa per le esequie del Papa emerito, sul sagrato della basilica di San Pietro. La morte è stata dovuta alle complicazioni cardiache seguite a un intervento chirurgico all’anca, da tempo programmato. Il porporato aveva problemi cardiaci e dal 2010 aveva fatto ricorso al pacemaker.

Gli ultimi anni della sua vita erano stati segnati dalla dolorosa vicenda di abusi in cui era stato coinvolto e dalla quale era uscito con una sentenza di piena innocenza, ma a prezzo di grandi sofferenze. Una vicenda iniziata nel giugno 2017, quando era stato rinviato a giudizio per accuse di abuso su minori ed era tornato in Australia per sottoporsi al processo. Papa Francesco gli aveva concesso un periodo di congedo per potersi difendere dalle accuse. Dopo un lungo dibattimento giudiziario, la County Court dello Stato di Victoria aveva ordinato il suo arresto, revocandogli la libertà su cauzione accordatagli dopo l’incriminazione del dicembre 2018. Dopo essere stato condannato nel marzo 2019 a una pena detentiva di sei anni, la Corte Suprema dell’Australia, alla luce dei numerosi vizi formali nelle procedure processuali segnalati dal giudice Mark Weinberg, aveva ammesso la richiesta di appello presentata dai suoi legali.

Il cardinale era stato quindi completamente scagionato da una sentenza dell’Alta Corte nell’aprile 2020. Sentenza accolta con soddisfazione dalla Santa Sede che, in un comunicato, affermava di aver sempre riposto fiducia nell’autorità giudiziaria australiana. In tutta la vicenda, la Santa Sede aveva sempre preso atto delle decisioni dei giudici australiani, ribadendo il massimo rispetto per le autorità giudiziarie nei suoi vari gradi, ma restando in attesa di conoscere di volta in volta gli sviluppi del procedimento; ricordando inoltre, in varie dichiarazioni, che il porporato aveva sempre sostenuto la propria innocenza e il diritto a difendersi fino all’ultimo grado della giustizia, la Santa Sede aveva costantemente confermato vicinanza alle vittime di abusi sessuali e l’impegno, attraverso le competenti autorità ecclesiastiche, a perseguire i membri del clero che ne siano responsabili.

Prima del proscioglimento, il cardinale Pell aveva tuttavia trascorso 404 giorni in cella in due carceri di massima sicurezza, a Melbourne e Barwon. Un’esperienza dura, vissuta per un periodo anche in isolamento, della quale il cardinale aveva riportato ogni dettaglio in una pubblicazione dal titolo Prison Journal (Diario di una prigione), Ignatius Press. In oltre 300 pagine, prendendo spunto da quanto aveva annotato quotidianamente, aveva raccontato gli incontri con gli altri detenuti, le visite e le lettere ricevute, la preghiera e l’Eucaristia che lo avevano accompagnato durante la prigionia.

«La mia esperienza dimostra quanto ci aiutano gli insegnamenti della Chiesa, quanto aiuta pregare, cercare la grazia di Dio», aveva detto in un’intervista ai media vaticani, spiegando di aver scritto continuamente durante la reclusione perché «ho pensato che avrebbe potuto essere di aiuto per chi si trova in difficoltà, per chi vive un momento di sofferenza, come quello che ho vissuto io. Poi ho pensato che tenere un diario sarebbe stato di qualche interesse dal punto di vista storico, perché non ci sono stati molti cardinali che hanno fatto l’esperienza del carcere».

Tornato a Roma, era stato ricevuto dal Papa il 12 ottobre 2021. In quella occasione, Francesco lo aveva ringraziato per la sua «testimonianza». Nell’intervista rilasciata a Mediaset («Il Natale che vorrei») il 18 dicembre scorso, il Pontefice aveva ricordato in particolare il lavoro dal cardinale sulle questione economiche: «Ha visto chiaro il cardinale Pell, che è quello che ha incominciato questo [lavoro]. Poi è dovuto rimanere quasi due anni in Australia per questa calunnia che gli hanno fatto — era innocente, ma gliel’hanno fatta brutta, poveretto — e si è allontanato da questa amministrazione. Ma è stato Pell a fare lo schema di come si poteva andare avanti. È un grande uomo e gli dobbiamo tante cose». E lo scorso luglio, in un’intervista alla Reuters dedicata ai temi finanziari, Papa Francesco aveva ribadito che «quest’idea per la Segreteria per l’economia è nata dal cardinale Pell. È stato lui il genio».

George Pell era nato a Ballarat l’8 giugno 1941, figlio di George Arthur Pell — un anglicano di origini inglesi, campione di pugilato dei pesi massimi — e Margaret Lillian Burke, cattolica di origine irlandese. La coppia ebbe anche due gemelli, un maschio e una femmina, che morirono entrambi nel 1940. Il cardinale aveva una sorella minore, Margaret, violinista della Melbourne Symphony Orchestra, morta nel 2021, e un fratello minore, David.

Aveva svolto gli studi iniziali al Loreto Convent, nella città natale, dove aveva ricevuto la prima Comunione nel 1948. Aveva quindi studiato al Corpus Christi College di Werribee e poi, dal 1963, nel Collegio di Propaganda Fide a Roma. Nel 1966, nella basilica di San Pietro, aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale dal cardinale Gregorio Pietro Agagianian, prefetto della Congregazione de Propaganda Fide.

Aveva conseguito la licenza in Teologia all’Urbaniana (1967) e il dottorato di Filosofia in storia della Chiesa all’Università di Oxford (1971) con la tesi: «L’esercizio dell'autorità nel cristianesimo primitivo dal 170 al 270 circa».

Tornato in Australia nel 1971, era stato vicario episcopale per l’educazione nella diocesi di Ballarat (1973-1984), presidente dell’Istituto di educazione cattolica e redattore di «Light», il giornale diocesano, tra il 1979 e il 1984. Aveva svolto in particolare l’attività di docente universitario e aveva lavorato come vice parroco e parroco a Swan Hill, Ballarat East, Bungaree e Mentone.

Aveva poi conseguito il master in Educazione alla Monash University di Melbourne (1982). Inoltre era stato membro dell’Australian College of Educators e nel 1979 era stato visiting scholar alla Campion Hall dell’Università di Oxford e, nel 1983, al St Edmund’s College dell’Università di Cambridge, di cui nel 2003 era stato eletto honorary fellow. Appassionato di sport, in particolare di cricket, era stato allenatore di calcio (Aussie Rules) e di canottaggio. Era stato anche vice patron del Richmond football club, di cui era sostenitore di lunga data, dal momento che aveva firmato per giocare già nel 1959.

Dal 1985 al 1987 era stato rettore del Corpus Christi College.

Nel 1987 era stato eletto alla Chiesa titolare di Scala e nominato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Melbourne. Aveva ricevuto l’ordinazione episcopale dall’arcivescovo Thomas Francis Little, nella St. Patrick’s cathedral. Co-consacranti i presuli Ronald Austin Mulkearns, vescovo di Ballarat, e Joseph Peter O’Connell, ausiliare di Melbourne. Be not afraid (“Non abbiate paura”) il suo motto episcopale.

Dal 1988 al 1997 era stato presidente di Caritas Australia.

Nel 1989 era stato nominato presidente del comitato incaricato dell’istituzione della nuova Università Cattolica australiana, e dal 1991 al 1995 aveva svolto funzione di pro-cancelliere per la Fondazione dell’Università.

Dal 30 settembre al 28 ottobre 1990 aveva partecipato all’ottava assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi sulla formazione dei sacerdoti.

Dal 1990 al 2000 era stato membro della Congregazione per la dottrina della fede. Nell’ambito della Curia romana aveva fatto parte del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace dal 1990 al 1995 e poi di nuovo a partire dal 2002. Per molti anni aveva anche fatto parte del Pontificio Consiglio per la famiglia.

La Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli lo aveva nominato visitatore apostolico per i seminari nazionali della Nuova Zelanda (1994), di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone (1995), del Pacifico (1996), di Irian Jaya e Sulawesi (1998).

Nel 1996 Giovanni Paolo ii lo aveva nominato settimo arcivescovo metropolita di Melbourne. Aveva preso possesso dell’arcidiocesi il 16 agosto di quell’anno. Nella solennità dei santi Pietro e Paolo, il 29 giugno 1997, aveva ricevuto il pallio dal Papa.

Nel febbraio 1998 aveva partecipato all’assemblea costituzionale a Canberra come delegato nominato dal primo ministro.

Aveva partecipato all’assemblea speciale per l’Oceania del Sinodo dei vescovi dal 22 novembre al 12 dicembre 1998. E alla seconda assemblea speciale per l’Europa, dal 1° al 23 ottobre 1999.

Nel 2001 era stato nominato ottavo arcivescovo metropolita di Sydney. Aveva preso possesso dell’arcidiocesi nella St. Mary’s Cathedral il 10 maggio. L’anno successivo, aveva ricevuto dal Papa, per la seconda volta, il pallio.

Aveva partecipato alla decima assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, dal 30 settembre al 27 ottobre 2001, sulla missione del vescovo. Nell’aprile 2002, il Papa lo aveva nominato presidente del comitato «Vox Clara» per la traduzione in inglese dei testi liturgici e l’anno dopo lo aveva creato cardinale. Il porporato aveva poi preso parte al Conclave che il 19 aprile 2005 aveva eletto Papa Benedetto XVI.

Dal 2 al 23 ottobre di quell’anno aveva partecipato all’undicesima assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, sul tema dell’Eucaristia.

Il 3 febbraio 2007 era stato nominato membro del Consiglio di cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede. E nel luglio 2008 aveva accolto Benedetto xvi a Sydney per la 23ª Giornata mondiale della gioventù.

Dal 5 al 26 ottobre 2008 aveva partecipato alla dodicesima assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, in veste di uno dei tre presidenti delegati, sostituendo il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay, impossibilitato a partecipare. Dal 7 al 28 ottobre 2012 aveva preso parte anche alla tredicesima assemblea generale ordinaria, sul tema della nuova evangelizzazione.

Il 22 settembre 2012 era stato nominato membro della Congregazione per i vescovi. L’anno dopo aveva partecipato al Conclave che il 13 marzo 2013 che ha eletto Papa Francesco.

Dall’aprile 2013 all’ottobre 2018 aveva fatto parte del gruppo di porporati — poi istituito come Consiglio di cardinali — incaricati di aiutare il Papa nel governo della Chiesa e di studiare un progetto di revisione della Costituzione apostolica Pastor bonus.

Dal 24 febbraio 2014 — giorno della rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Sydney — aveva svolto, per cinque anni, l’incarico di prefetto della Segreteria per l’economia.

Il 29 marzo 2014 era stato nominato membro della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica e il 13 settembre 2014 membro della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli.

Dal 5 al 19 ottobre 2014 aveva partecipato alla terza assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi sul tema: «Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell'evangelizzazione».

La Chiesa che è in Australia ha espresso il proprio cordoglio per la sua morte. «È stato un leader significativo e influente della Chiesa, sia in Australia sia a livello internazionale, profondamente impegnato nel suo essere discepolo di Cristo» ha affermato l’arcivescovo di Melbourne, monsignor Peter Comensoli, ricordando che il cardinale Pell aveva guidato proprio quell’arcidiocesi dal 1996 al 2001 con «una forte leadership e un buon governo».

L’arcivescovo di Sydney, monsignor Anthony Colin Fisher, ha sottolineato, in una nota, che «il motto episcopale del cardinale Pell era “non abbiate paura” e, nei giorni buoni e cattivi, ha tenuto fede a queste parole come un uomo coraggioso e con un cuore grande, che ha confidato sempre nella Divina provvidenza».

L’arcivescovo Fisher ha reso noto di essere stato a Roma, nei giorni scorsi, per le esequie del Papa emerito: «Il cardinale e io non sapevamo che sarebbe stata l’ultima volta che ci saremmo visti in questa vita, ma era di buon umore e con l’animo sempre spiritoso. Sono grato di aver potuto condividere questo momento insieme». Il presule ha ricordato, in particolare, il lavoro svolto dal cardinale Pell per la Giornata mondiale della gioventù a Sydney nel 2008, i suoi libri e la regolare attività di editorialista di giornali, «docente e studioso a pieno titolo».

Egli, ha affermato, ha servito la Chiesa e il suo lavoro «è stato estremamente importante. I suoi ultimi anni sono stati segnati dall’ingiusta condanna e dalla carcerazione, ma egli l’ha sopportata con grazia e buona volontà e ha dato a tutti noi un esempio di come accettare la sofferenza con dignità e pace. Le sue parole di riconciliazione con i suoi detrattori e la preoccupazione per i sopravvissuti — è la testimonianza dell’arcivescovo di Sydney — aumentarono in autenticità mentre sosteneva fermamente e con successo la sua innocenza. Sarà ricordato come un leader coraggioso che ha ispirato tanti sacerdoti e fedeli laici in tutto il mondo ad annunciare Cristo crocifisso, risorto e con noi ancora».

«L’impatto del cardinale Pell sulla vita della Chiesa in Australia e nel mondo continuerà a farsi sentire per molti anni» ha affermato infine in una nota monsignor Timothy Costelloe, arcivescovo di Perth e presidente della Conferenza episcopale australiana. «Ha prestato una leadership forte e chiara all’interno della Chiesa cattolica in Australia, come arcivescovo di Melbourne e arcivescovo di Sydney e come membro della Conferenza episcopale per più di 25 anni». E «mentre lo ricordiamo e riflettiamo sulla sua eredità — ha concluso monsignor Costelloe — invito tutti i cattolici e le persone di buona volontà a unirsi nella preghiera per il cardinale Pell, un uomo di profonda e incrollabile fede, e per il riposo della sua anima».


Il cordoglio del Papa

Servo fedele anche nell’ora della prova


Appresa la notizia della morte del cardinale Pell, Papa Francesco ha fatto pervenire al decano del Collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re, il seguente telegramma di cordoglio.

Ho appreso con tristezza la notizia della dipartita del Cardinale George Pell, Prefetto Emerito della Segreteria per l’Economia. Desidero esprimere a Lei e al Collegio Cardinalizio, in modo speciale al caro fratello David e agli altri familiari, la mia vicinanza. Porgo sentimenti di vivo cordoglio, ricordandone con animo grato la testimonianza coerente e impegnata, la dedizione al Vangelo e alla Chiesa, e particolarmente la solerte collaborazione prestata alla Santa Sede nell’ambito della sua recente riforma economica, della quale egli ha posto le basi con determinazione e saggezza. Innalzo preghiere di suffragio perché questo servo fedele, che senza vacillare ha seguito il suo Signore con perseveranza anche nell’ora della prova, venga accolto nel gaudio del Cielo e riceva il premio della pace eterna. Invio a Lei, alla famiglia del compianto Porporato e a quanti condividono il dolore per la sua scomparsa la mia Benedizione.

Franciscus

Dal Vaticano, 11 gennaio 2023

Analogo telegramma è stato inviato dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin.