Nelle mani materne
della Vergine

 Nelle mani materne della Vergine  QUO-001
02 gennaio 2023

Papa Francesco ha affidato l’«amato Papa emerito Benedetto xvi» alla «Madre Santissima» perché «lo accompagni nel suo passaggio da questo mondo a Dio». Lo ha fatto durante la messa del 1° gennaio nella basilica Vaticana. Un’invocazione alla Vergine che al termine dell’omelia, come negli anni scorsi, si è trasformata in acclamazione: il Pontefice ha invitato infatti a «guardare alla Madonna», ripetendo per tre volte all’unisono «Santa Madre di Dio!», secondo l’esperienza del popolo di Efeso alle origini del cristianesimo.

Per la celebrazione eucaristica nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio, 56ª Giornata mondiale della pace — incentrata quest’anno sul tema «Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace» — la processione iniziale, alle 10, è stata accompagnata dal canto Salve, Mater misericordiae. Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin è salito all’altare della Confessione e lo ha incensato sotto lo sguardo materno della statua della Madonna del Carmine proveniente dalla basilica pontificia di Santa Maria del Carmine di Avigliano, in provincia di Potenza.

Le letture sono state proclamate in francese e in portoghese. Il salmo è stato proposto in italiano, così come il passo del Vangelo di Luca (2, 16-21).

Anche alla preghiera dei fedeli è stato ricordato, in italiano, il Papa emerito, mentre in cinese è stata elevata l’intenzione affinché la Chiesa «in cammino sinodale, ricolmata di Spirito Santo e sull’esempio di Maria, sia docile nell’ascolto della Parola e gioiosa nell’annunciarla al mondo». In inglese si è pregato per Papa Francesco e per tutti i pastori perché «illuminati dalla Luce di Betlemme, siano testimoni credibili» del volto di misericordia del Signore. L’intenzione in lingua ucraina è contro le guerre, affinché «ogni uomo ricerchi con coraggio la pace, lottando contro l’egoismo e vincendo l’odio con la carità e il perdono». Quindi, in spagnolo, si è pregato per i migranti e per i rifugiati in modo che possano trovare «nella nostra solidarietà un cuore accogliente e un segno della provvidenza» di Dio. Infine, in russo, «per coloro che partecipano a questa Eucaristia», affinché, «conformati sempre più a Cristo» possano «vivere il dono della pace» del Signore «nella comunione fraterna».

Durante la comunione è stato intonato il tradizionale canto natalizio Astro del ciel e, impartita la benedizione conclusiva, il Pontefice ha baciato il Bambinello davanti all’altare della Confessione dopo che gli era stato presentato dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Diego Ravelli.

Al momento della preghiera eucaristica si sono accostati al cardinale Parolin sull’altare il prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, cardinale Michael Czerny e il segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, arcivescovo Paul Richard Gallagher. Hanno concelebrato inoltre numerosi porporati, vescovi e circa 250 sacerdoti. Con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede erano i monsignori Roberto Campisi, assessore della Segreteria di Stato, Mirosław Stanisław Wachowski, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati, e Joseph Murphy, capo del Protocollo. Non hanno fatto mancare la loro partecipazione, come ogni anno, i cosiddetti “Sternsinger”, i “cantori della stella” venuti dalla Germania con indosso le tradizionali vesti dei “re magi”: tre di essi, insieme a due famiglie hanno presentato a Francesco i doni per la mensa eucaristica.

A mezzogiorno il Papa si è poi affacciato alla finestra del Palazzo apostolico per la preghiera dell’Angelus.

Nel pomeriggio di sabato 31 dicembre, sempre nella basilica Vaticana, il Pontefice aveva presieduto, alle 17, i primi vespri della solennità di Maria Santissima Madre di Dio, con il canto del Te Deum, a conclusione dell’anno civile.

Erano presenti 25 cardinali, tra cui il segretario di Stato e il decano del collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re, che ha incensato il Bambinello. Oltre a numerosi vescovi e a diversi sacerdoti. Il servizio dei ministranti è stato prestato dal Collegio maronita mariamita, compito che durante la messa del 1° gennaio era stato svolto dai ministranti del Collegio del Gesù.

Nelle due celebrazioni i canti sono stati eseguiti dal coro della Cappella Sistina diretto dal maestro Marcos Pavan, accompagnato dal coro guida.