Un incontro inaspettato

 Un incontro inaspettato  ODS-006
30 dicembre 2022

Mi trovavo nella chiesa di San Bartolomeo a Roma, commosso di fronte a questo memoriale dei tanti martiri moderni “riuniti” attorno alla tomba dell’apostolo. Stavo per uscire, quando qualcosa, colorato d’arancio vivace, ha attratto la mia attenzione. Era un giornale! E quell’arancione era il colore della maglietta di Sergio, ritratto in prima pagina. Così ho cominciato a leggere la storia della sua vita, raccontata da Giancarlo. Era come se sentissi la sua voce.

Ho continuato a leggere gli altri articoli ed era come se mi sentissi “a casa”, tanto che ho detto a mia moglie quanto questo giornale fosse simile alla nostra newsletter. Proprio nel numero di ottobre avevamo riflettuto sull’importanza dell’ascolto, del guardarci negli occhi. È stata una gioia leggere l’editoriale di Fabrizio e le parole del Papa su questo tema.

Finalmente, guardando la testata, ho capito che avevo tra le mani «L’Osservatore di Strada», il nuovo mensile dell’«Osservatore Romano». In Canada, dove vivo, avevo avuto notizia dell’uscita di questa nuova pubblicazione della Chiesa di Roma, ma non avevo ancora avuto l’opportunità di leggerla.

I poveri, in tutti i paesi, si possono riconoscere. Mi piace che scrivete storie di persone semplici e non parlate solo di progetti e iniziative per i poveri. Il vostro giornale dà voce a coloro che non hanno voce.

Questo incontro con «L’Osservatore di Strada», a San Bartolomeo, è stato per me un segno di fraternità. Speriamo possa crescere: per esempio, mettendoci a disposizione per tradurre in inglese alcune storie per pubblicarle sul sito dell’«Osservatore Romano» e nella nostra newsletter a Toronto.

Quando sono tornato in Canada ho condiviso con la nostra comunità di St. John The Compassionate Mission la storia di questo incontro inaspettato. E già abbiamo cominciato a darci da fare per tradurre alcuni articoli. Una delle difficoltà che incontrano molti di coloro che vivono accanto ai poveri è quella di sentirsi soli, isolati. Poter leggere storie di poveri di un altro posto del mondo, storie di vero amore e speranza, storie scritte con le parole dei poveri, ci fa sentire meno soli, ci aiuta a capire meglio cosa viviamo. Ci dà anche la speranza che il mondo possa veramente cambiare, perché è possibile che i senza voce possano essere ascoltati.

Anche se c’è un oceano in mezzo a noi, ci si può ascoltare e sentire vicini. Ed essere fratelli.

Grazie per il vostro lavoro. Grazie per dare voce anche ai poveri in Canada.

di Roberto Ubertino