Benedetto XVI
nel ricordo dei poveri

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04 gennaio 2023

Papa Ratzinger è stato il primo Papa che ho seguito dall’inizio alla fine. Per questo gli sono particolarmente affezionato. Andai alla Messa per la presa di possesso della Basilica di San Giovanni in Laterano, ed ero qui, in questa piazza, il giorno in cui annunciò le sue dimissioni.

Ricordo in particolare uno dei suoi ultimi discorsi: una prova provata di quanto lui, teologo fine e profondo, fosse capace di spiegare i concetti più articolati e complessi in maniera estremamente semplice.

Quel giorno si soffermò, ad esempio, sulla simbologia della croce, che è simbolo d’amore, simbolo di come Dio ci ha amati fino al punto di farsi uomo e di immolarsi per la nostra redenzione.

In particolare lui spiegava il significato dei due bracci della croce. Quello verticale, che rappresenta l’amore che va su e giù. Come in un moto convettivo da Dio scende fino a noi e da noi sale fino a lui. Il braccio trasversale, invece, il patibolo vero e proprio come si diceva anticamente, è l’amore tra di noi, tra noi uomini, in ossequio al dettato evangelico: “Ama il prossimo tuo come te stesso”.

E di questa lezione ci sembra che oggi ce ne sia tanto bisogno.

Fabrizio Salvati


Abbiamo perso un amico. Con la Comunità di Sant’Egidio, ho avuto la possibilità e l’onore di conoscere Papa Ratzinger. E’ stato quando ha visitato la Casa di Sion per gli anziani e quando è andato alla mensa della comunità in via Dandolo. Mi ha colpito molto il fatto che si sia voluto fermare a mangiare con noi. Anche per questo gesto lo ricordiamo con tanto affetto.

Sergio Calvello


(fine)