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Il ruolo delle donne nella Compagnia di Gesù

Un dialogo necessario

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07 gennaio 2023

Percepiscono la Compagnia di Gesù attenta alle questioni di genere e inclusiva. Ma, allo stesso tempo, non concordano sul fatto che gli uomini e i gesuiti siano necessariamente più adatti delle donne a lavorare e a dirigere le istituzioni gesuitiche. Alcuni intervistati sottolineano anche che, nella loro realtà, continuano a sperimentare la prevalenza e l’accondiscendenza maschile: sono le conclusioni di un sondaggio pilota, che sarà completato entro febbraio 2023, effettuato nei mesi scorsi su 192 persone che fanno parte del mondo della Compagnia di Gesù. L’indagine è la prima iniziativa della Commissione sul ruolo e le responsabilità delle donne nella Compagnia di Gesù.

Catherine Waiyaki, 55 anni, dal Kenya, madre di Kamaru, Wangui e Kinyua, è la moderatrice della Commissione formata da sei laiche, una religiosa, quattro gesuiti e un laico. Ha conosciuto la spiritualità ignaziana nelle Comunità di Vita Cristiana (Cvx), comunità laica ignaziana, è impegnata nella formazione dei gesuiti e in vari forum e progetti ignaziani. Attualmente si occupa di formulazione e sviluppo di strategie e gestione di progetti.

Catherine, il gruppo di lavoro che lei modera è stato creato dal Generale, padre Arturo Sosa, anche in risposta al Decreto 14 della 34ª Congregazione Generale del 1995, intitolato «I gesuiti e la condizione della donna nella Chiesa e nella società civile». Cosa chiede il decreto?

«Al paragrafo 16 sottolinea la necessità di “riconciliazione tra donne e uomini come parte integrante della missione dei gesuiti”. Specifica che la Compagnia di Gesù accetta questa sfida, assume la responsabilità di fare ciò che può in quanto fedele, nella mutata coscienza dei tempi, alla sua missione: il servizio della fede, di cui la promozione della giustizia è un requisito assoluto. Il documento invita i gesuiti a chiedere innanzitutto a Dio la grazia della conversione e a reagire personalmente e collettivamente, facendo il possibile per cambiare questa situazione deplorevole di cui sono stati partecipi, a volte inconsapevolmente. Inoltre esprime apprezzamento per il generoso contributo delle donne, che lavorano nella loro missione, che sono diventate parte della tradizione ignaziana, direttrici dei ritiri degli Esercizi Spirituali di sant’Ignazio e che hanno contribuito a rimodellare la loro tradizione teologica in un modo che ha liberato sia gli uomini che le donne. Invita tutti i gesuiti ad ascoltare con attenzione e coraggio l’esperienza delle donne, soprattutto perché molte donne sentono che gli uomini semplicemente non le ascoltano e impegna la Compagnia in modo più formale ed esplicito a considerare la solidarietà con le donne come parte integrante della sua missione».

Come è nata questa consapevolezza della necessità di un ripensamento del rapporto della Compagnia con le donne?

«Nella Congregazione Generale del 1983, il decreto 1 al numero 45 menzionava “il trattamento ingiusto e lo sfruttamento delle donne”. L’esperienza di diversi gesuiti tra quella Congregazione generale e quella del 1995 ha portato al desiderio di considerare la questione delle donne in modo più specifico e sostanziale, in quanto si tratta di una preoccupazione centrale di qualsiasi missione contemporanea che cerchi di integrare fede e giustizia, ha una dimensione universale, attraversa le barriere di classe e cultura ed è di interesse personale per coloro che lavorano con i gesuiti nella loro missione, specialmente per le donne, laiche e religiose. Una consapevolezza che stava crescendo grazie alle proteste di donne e uomini. Anche la Chiesa, attraverso il suo insegnamento sociale, stava reagendo contro discriminazione e pregiudizio. La Compagnia di Gesù accettò questa sfida, attraverso l’emanazione del Decreto 14, in cui, tra l’altro, i gesuiti sono invitati a chiedere al Signore la grazia della conversione per riconoscere di essere stati parte della discriminazione e del pregiudizio contro le donne».

L’indagine è solo agli inizi. Come intendete procedere?

«Abbiamo solo le osservazioni preliminari di un'indagine pilota, condotta per testare gli strumenti del sondaggio vero e proprio. Il nostro partner è l’Istituto di Cultura Filippina dell’Università di Manila. Speriamo di realizzare l'indagine completa entro febbraio 2023. Intendiamo raggiungere un minimo di 1.440 intervistati nelle sei Conferenze dei gesuiti, coprendo il settore educativo, l'apostolato sociale, la vita spirituale e altri ministeri e apostolati dei gesuiti. Con il sostegno della Curia Generalizia, delle Assistenze e di tutte le istituzioni e i collaboratori gesuiti interessati, contiamo di ottenere spunti per aiutare la Commissione a formulare raccomandazioni appropriate (e, perché no, rivoluzionarie) su come rafforzare la missione della Compagnia con la partecipazione attiva delle donne, per creare spazi e meccanismi e per incoraggiare il dialogo tra uomini e donne all'interno delle opere dei gesuiti; raccomandazioni che permettano l’effettiva promozione di pratiche che incarnino il rispetto reciproco, la cura e la solidarietà tra uomini e donne nelle opere della Compagnia, in accordo con gli insegnamenti della Chiesa e con quanto richiesto dalle recenti Congregazioni Generali».

di Vittoria Prisciandaro
Giornalista Periodici San Paolo «Credere» e «Jesus»