DONNE CHIESA MONDO

Questioni Aperte
Riflessioni a conclusione di un corso di formazione per sacerdoti

Le ferite della mascolinità

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07 gennaio 2023

Recentemente ho partecipato a una giornata di formazione con i sacerdoti giovani della diocesi di Barcellona, sul tema «Mascolinità e celibato al servizio della missione». L’interesse e la curiosità che il titolo ha suscitato mi hanno confermato quanto si parli poco di queste cose nei seminari e tra i sacerdoti. Eppure si tratta di aspetti cruciali. Riguardano in pieno la loro identità e la loro missione.

La crisi di mascolinità che viviamo oggi è grande. In un contesto in cui l’identità e la differenza sessuale sono sempre più sfumate, gli uomini sono spesso i più bastonati. La virilità si associa oggi alla tossicità, agli abusi, alla violenza contro le donne, al patriarcato. Certo, i motivi non mancano, ma ciò non toglie che oggi per gli uomini giovani è complicato avere ideali a cui aspirare. Gli eroi sono sempre meno di moda, persino nei film.

E il celibato? Ancora più screditato! Gli abusi scuotono la Chiesa ogni giorno. In un simile contesto si guarda ai sacerdoti con sospetto, siano essi colpevoli o meno. Sembra quasi che debbano chiedere perdono per il solo fatto di esistere.

La mia intuizione è che proprio questo scenario sia una grandissima opportunità, addirittura una chiamata. Sono convinta che Dio fa nascere il tipo di testimone che può illuminare le tenebre del mondo in ogni epoca storica. Perciò credo che, in una società pan-sessualizzata che diffida a priori della mascolinità, i sacerdoti celibi abbiano una missione particolare. Possono ricordare al mondo che cosa significa essere uomo, e il senso della sessualità.

E questo, non perché siano perfetti, al contrario. Il sacerdote è fatto dello stessa argilla di tutti. Abbiamo dedicato il primo incontro della giornata a parlare delle ferite della mascolinità e a illustrare come i doni che Dio ha dato all’uomo per la comunione siano intaccati dal peccato e producano l’effetto contrario. E da questo non si libera nessuno. La buona notizia è che il peccato non ha l’ultima parola. La grazia viene a liberare, ristabilire, purificare e cristificare la dimensione sessuale del battezzato. Il sacerdote ha inoltre la chiamata particolare a lasciare che la sua mascolinità si configuri a quella di Cristo, a essere suo sacramento. Il sacerdote deve essere testimone del fatto che il potere di Dio fa nuove tutte le cose.

Per questo, oltre a una collaborazione decisa con la grazia, è necessario mettere tutta la carne al fuoco. Abbiamo dedicato il secondo incontro a dare alcune indicazioni su come integrare positivamente la dimensione sessuale nell’identità celibe. Per farlo vanno messe in gioco tutte le risorse del corpo, della psiche e dello spirito dell’uomo. Ma non sempre questo accade. Spesso vengono associate alla sua sessualità, a un paradigma di paura e di ingenuità, e mancano i mezzi per accogliere e integrare tutto. Per questo ci sono piccole o grandi fughe, oppure si vivono mascolinità castrate.

Ho visto i sacerdoti di Barcellona contenti, pieni di speranza. Dio, che ha iniziato in loro un buon lavoro, lo porterà a termine.

di Marta Rodriguez