Il padre del Catechismo
della Chiesa cattolica

*OR* l'allora cardinale Joseph Ratzinger presenta il nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica a ...
31 dicembre 2022

Tra i grandi lasciti di Papa Benedetto xvi c’è indubbiamente il Catechismo della Chiesa cattolica. A questo proposito sono grato di poter riportare ricordi anche molto personali di lui. È noto che il Vaticano ii , diversamente dal concilio di Trento, non decise di pubblicare un catechismo proprio del concilio. In un certo senso, i documenti conciliari erano considerati essi stessi il grande catechismo della Chiesa. Venti anni dopo il concilio, molti vedevano la cosa in maniera diversa. Il Sinodo dei vescovi del 1985 tra le sue propositiones ne presentò una che chiedeva insistentemente al Papa di disporre la realizzazione di un catechismo del Vaticano ii . Si parlava di un compendio. La parola catechismo veniva evitata. Non era ben formulata. Fu il disorientamento del periodo post-conciliare, diffusamente percepibile, a determinare le richieste dei padri sinodali. Un ruolo importante a tale riguardo lo aveva svolto una conferenza tenuta dal cardinale Ratzinger nel 1983 a Lione e a Parigi su «La crisi della catechesi». Quella conferenza aveva avuto un’eco a livello mondiale.

Il cardinale Ratzinger non aveva solo affrontato la crisi dell’annuncio della fede, ma aveva anche presentato un programma di come la catechesi della Chiesa poteva rinnovarsi. A tale riguardo, aveva fatto riferimento al Catechismus Romanus del 1566 e alla sua preoccupazione di spiegare la fede della Chiesa senza polemiche nella sua bellezza. Di fatto, è sorprendente che in un tempo pregno di controversie teologiche, la Chiesa abbia proposto una spiegazione della sua fede che rinuncia totalmente alla polemica e si affida completamente alla forza di irraggiamento della rappresentazione positiva della fede.

La conferenza di Ratzinger a Lione e Parigi fu senz’altro un forte impulso che incoraggiò i padri sinodali a chiedere a Giovanni Paolo ii di contemplare qualcosa di analogo per il nostro tempo.

Nel 1986 Papa Wojtyła iniziò a dare forma concreta alla richiesta del Sinodo. Non c’è da stupirsi che affidò al cardinale Ratzinger il compito di guidare il progetto. Non serve che io ripercorra le tappe di quel cammino che durò sei anni. Fu creata una commissione composta da dodici cardinali e vescovi, guidata dal cardinale Ratzinger. Fu istituito un comitato redazionale di sette vescovi diocesani, del quale io, all’epoca docente a Friburgo, fui il segretario.

Mi sembra importante sottolineare soprattutto il contributo del cardinale Ratzinger a quel lavoro. La sua guida, il suo spirito, la sua ispirazione furono decisivi. La prima cosa, e anche quella più importante, è che ha davvero creduto in questo progetto. Sin dal primo giorno vi furono aspre polemiche sul senso che poteva avere e sulla possibilità di realizzare un compendio della fede valido per tutto il mondo. La pluralizzazione delle culture, dei modi della fede sembravano contrastare nettamente con quell’idea. Egli credette con coraggio e fiducia a quella possibilità. L’unità della fede rende possibile anche un’espressione comune di tale unità. Con questa premessa a guidarlo, iniziò il lavoro.

Vi fu un secondo contributo con cui accompagnò il lavoro: la convinzione che i quattro pilastri classici della catechesi ancora oggi sono portanti. Indicò anche l’ordine: il Credo è la base sin dai primordi della Chiesa; i Sacramenti sono le porte attraverso le quali la grazia entra nella nostra vita; i Dieci Comandamenti sono i segnavia certi di una vita riuscita; il Padre Nostro è la misura e la forma originale di tutta la nostra preghiera. Ed ecco così la struttura del libro sulla fede.

La terza indicazione fu decisiva per lo stile dell’opera. Essa non doveva ripetere e proseguire dibattiti teologici. Doveva illustrare in modo semplice e chiaro solo la dottrina della fede. Il Catechismo non doveva prendere posizione tra scuole teologiche, bensì offrire tutto ciò che precede la teologia e che è alla base di tutta la teologia: il depositum fidei. Per il cardinale Ratzinger era particolarmente importante vedere la dottrina della fede come insieme organico, tenere conto del nexus mysteriorum, del nesso intimo tra tutti gli insegnamenti della fede, della loro sinfonia. Il Catechismo non doveva essere una struttura dottrinale arida e astratta, ma far percepire un po’ della bellezza della fede. Sotto la sua guida, il suo incoraggiamento costante e la sua paternità spirituale, il lavoro crebbe fino a essere quello che diventò infine dopo la promulgazione da parte di Giovanni Paolo ii: una misura e un orientamento certo per la fede nel nostro tempo. Il Catechismo rimane una grande testimonianza della forza determinante del teologo Joseph Ratzinger / Papa Benedetto.

Card. Christoph Schönborn