Bailamme

La guerra esiste
per la sua ingiustizia

 La guerra esiste per la sua ingiustizia  QUO-297
30 dicembre 2022

Non esiste guerra giusta. Ogni guerra è ingiusta alla radice, perché sono ingiuste le sue componenti minime. Non si deve uccidere nessun uomo e nessuna donna, non si debbono affamare vecchi e bambini, né distruggere le loro case; non è lecito privare donne e uomini, giovani e vecchi, bambini e anziani delle bellezze della vita umiliandoli e costringendoli in condizioni miserevoli. Siamo radicalmente contrari alla pena di morte, anche per gli autori dei crimini peggiori, come giustificare chi spara a uno sconosciuto per ucciderlo?

Le ragioni che vengono portate per attribuire a una guerra il carisma della giustizia sono in buona sostanza delle scuse, inventate per dare senso a un evento che di per sé ne è privo. Ricordare che Gandhi stesso ammetteva l’uso della violenza per la difesa di un bimbo aggredito da un bruto non è sufficiente. Tra un gesto legittimo di protezione di un indifeso e il bombardamento di una città inerme la distanza è troppo grande.

Eppure le guerre ci sono. Ce ne sono molte, con caratteristiche diverse, distribuite ai quattro angoli del mondo. La nostra miopia egoistica europea fa sì che vediamo solo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ma si combatte in anche in Asia e in Africa. Nei Balcani le tensioni sono tenute a freno dalla presenza di contingenti militari dell’Onu.

La guerra esiste non perché è giusta, ma proprio per la sua ingiustizia. È la punta dell’iceberg del male presente nel mondo. Osservando le immagini della guerra contempliamo il mistero di Dio che consente al male di esistere.

Consente, ma non ne è responsabile. Siamo noi, uomini e donne, con i nostri limiti, mancanze, incertezze, pigrizie, egoismi, gelosie ad alimentare il male. La guerra è solo l’acutizzarsi estremo di tutto ciò, la somma di molte piccole debolezze, disattenzioni, trascuratezze che si rapprende e incancrenisce in fenomeni di ingiustizia giganteschi: la fame nel mondo, le migrazioni di massa in condizioni inaccettabili, il lavoro minorile generalizzato, le prassi di neoschiavismo, fino all’iper produzione di anidride carbonica, alla crisi ecologica, al surriscaldamento del pianeta, alla mancanza di acqua potabile. Da lì alla guerra il passo è brevissimo.

Come ci ammonisce spesso Papa Francesco «tutto è connesso»: chiudere l’acqua mentre ci insaponiamo nel farci la doccia la mattina riduce il consumo idrico, la cura dei beni e l’accoglienza dei migranti costituiscono gli strumenti a disposizione di tutti per limitare i conflitti nel mondo intero. Insieme alla preghiera, mezzo principe per ottenere l’aiuto del quale l’umanità ha sempre bisogno per conquistare qualunque obbiettivo.

di Sergio Valzania