Come raccontare il sibilo della notte (e della malattia) in un reparto di ospedale

Gildo, un colpo al cuore

 Gildo, un colpo al cuore  QUO-297
30 dicembre 2022
Le grandi canzoni della mia vita hanno quasi tutte un nome di persona. Di Jannacci ricordo Mario, Silvano, Vincenzina, di Dalla ho in mente Anna, Marco e Futura, di Gaber non c’è dubbio, mi resta Gildo. Un brano fulminante, un colpo secco al cuore. La musica leggera ha le sue “location” sentimentali d’ordinanza, dal mare alla camera da letto, dai prati alle città illuminate in piena notte. A chi verrebbe in mente di ambientare una canzone nella corsia di un ospedale? Di raccontare il sibilo della notte (e della malattia) in reparto, passando per lo schifo, la speranza e la paura? A Gaber è venuto in mente. Ha scelto un nome strano, già allora (primi anni Ottanta) in disuso: Gildo. L’idea era quella di un omone grosso, forse nemmeno tanto sveglio, che diventa compagno di battaglia di Gaber nella trincea ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati