Il sorriso perduto
dei bambini ucraini

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19 dicembre 2022

C’è anche una bambina scampata alla pazzia della guerra in Ucraina a dare una mano al Papa per spegnere la candelina sulla torta, per una “festa di famiglia” all’indomani del suo compleanno, domenica mattina 18 dicembre, in Aula Paolo vi . E Francesco la invita — insieme con gli altri bambini che fanno riferimento alla comunità del Dispensario Santa Marta — a mettere il dito nella panna. La piccola, subito, dà retta al simpatico suggerimento. E fa il gesto che strapperebbe un sorriso a tutti i bambini: sì, proprio il dito nella torta per un bell’assaggio! Ma lei no, la bambina non sorride. Neppure quando si ritrova con la panna sulla guancia e sul naso.

Domenica sera, ascoltando le parole del Papa nell’intervista a Mediaset, questo momento della festa del Dispensario Santa Marta è stato rivissuto nella sua essenzialità: «Io ho ricevuto tanti bambini dall’Ucraina qui... Nessuno sorride; ti salutano, ma nessuno può sorridere; chissà cosa ha visto quel bambino».

Nelle udienze generali, ogni mercoledì, il Pontefice sta incontrando tanti piccoli fuggiti dall’Ucraina, in particolare con le loro mamme, che stanno ora trovando accoglienza nelle realtà caritative di diversi Paesi. Gli portano disegni per esprimere il desiderio fortissimo di pace. Meglio ancora, la speranza di tornare semplicemente a scuola, a fare sport, a ritrovarsi in un parco con gli amici. Ma nessuno di questi bambini sorride, ha notato il Papa. Eppure nelle udienze generali l’incontro con Francesco è accompagnato, spesso, anche da simpatici e coinvolgenti momenti di festa: dagli acrobati kenyani del gruppo “Black blues brothers” ai pasticcieri con sindrome di Down. E, ieri, per la festa dei bambini in Aula Paolo vi , c’erano anche gli artisti del circo Rony Roller proprio per strappare un sorriso, soprattutto ai piccoli costretti a lasciare tutto. Perché cadono le bombe, anche sulle scuole. Ma no, quelle bambine ucraine — accolte dalla comunità di Santa Sofia di via Boccea a Roma — hanno partecipato alla festa senza fare festa. Hanno indossato anche l’abito della festa, il costume tradizionale del loro popolo, con tanto di nastrini colorati a legare e intrecciare i capelli. Ma far festa, beh, è un’altra storia...

«Non dobbiamo dimenticare i bambini dell’Ucraina» ha detto Francesco, in Aula Paolo vi , indicando un cartello con la scritta “pace” e la bandiera giallo-azzurra. Davanti a quel “non sorriso” torna, fortissimo, il consiglio evangelico a non scandalizzare i più piccoli. E la guerra è uno scandalo, ancor più grande se vista con gli occhi di un bambino. In Ucraina sarà il sorriso dei bambini a far capire che la pace è veramente divampata.

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