Sulla parabola umana e artistica di Lou Reed

Ritrovare se stessi
dopo essere risaliti
dal fondo dell’abisso

  Ritrovare se stessi dopo essere risaliti dal fondo dell’abisso  QUO-286
15 dicembre 2022
In una scena del film Così lontano, così vicino di Wim Wenders, sequel del capolavoro Il cielo sopra Berlino, ambientato in una città appena riunificata e investita dall’onda del capitalismo, Cassiel, l’angelo che aveva deciso di abbandonare la sua condizione eterea per diventare un uomo, seguendo l’esempio del compagno Damiel, si ritrova confuso, disorientato, steso per strada, completamente ubriaco, mentre biascica verso i passanti alcune frasi senza senso. La vita che pensava di dover conquistare nella nuova condizione umana in realtà si è rivelata una sorta di incubo che lo ha travolto con implacabile brutalità. In quel frangente nessuno si accorge di lui, tranne un uomo, Lou Reed, che gli si avvicina e gli dice: «Cosa stai dicendo? Non preoccuparti della neve! Alzati!». Gli ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati