Il racconto
I significativi “doni” al Papa per l’anniversario di sacerdozio e il compleanno

Un murale
per il «Bambino Gesù»

 Un  murale per il «Bambino Gesù»  QUO-285
14 dicembre 2022

Migliori doni per l’anniversario dell’ordinazione sacerdotale (ieri), per il compleanno (sabato) e per Natale, Papa Francesco non avrebbe potuto ricevere stamani durante l’udienza generale in Aula Paolo vi .

Quattro crocifissi — Gesù dei naufraghi — realizzati da Paolo Mele, con l’Associazione nazionale marinai italiani, sui legni delle “carrette del mare” approdate a Lampedusa (le notizie sono riportate nell’articolo in prima pagina); il bozzetto del murale di Maupal che raffigura proprio il Papa — nel segno della pace, con un bambino sulla sedia a rotelle — pronto per essere installato nell’ospedale “Bambino Gesù”; i due francobolli vaticani natalizi disegnati da Francesco Canale con la bocca: non ha le braccia e neppure le gambe.

E anche la “Luce della pace” consegnatagli da una ragazza, Sarah Noska, in rappresentanza della Regione Alta Austria.

Se ci si mette la forza dell’abbraccio del popolo dei giovani — quelli con la sindrome di Down e i loro coetanei che hanno scelto il servizio civile, dedicando un tempo della propria vita agli altri — più doni di speranza di così! Sì, speranza anche per i genitori che hanno perso prematuramente i loro figli e oggi sono venuti per ricevere una carezza dal Papa.

Il murale di Maupal per il “Bambino Gesù”


Davvero dono più azzeccato per gli 86 anni del Papa lo street artist Mauro Pallotta (in arte Maupal) non poteva pensarlo: stamani gli ha presentato in anteprima il bozzetto del nuovo murale che sarà installato — proprio sabato — presso la sede del Gianicolo dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Il murale raffigura proprio Francesco, un bambino sulla sedia a rotelle e la pace. Niente di più attuale, insomma. E così, quotidianamente, i bambini con i loro familiari e il personale dell’ospedale del Papa condivideranno un messaggio di speranza, chiaro per tutti.

Cresciuto a pochi passi dal Vaticano, Maupal, che collabora anche con il periodico del nostro giornale «L’Osservatore di strada», ha fatto dell’arte una vera e propria missione volta a veicolare messaggi di natura sociale e umanitaria. E Papa Francesco, confida Maupal, «non ha mai smesso di essere fonte di ispirazione e soggetto dei miei lavori».

I francobolli vaticani per dire “Buon Natale”


Sono disegnati con la bocca — ma ancor di più con il cuore — i due francobolli ai quali lo Stato della Città del Vaticano ha affidato quest’anno la missione di formulare — via posta — l’augurio di un vero Natale. L’autore delle due delicate immagini è Francesco Canale, alias “Anima blu”, e stamani le ha presentate al Papa.

Francesco è nato 33 anni fa a Napoli senza braccia né gambe. Per questo dipinge con la bocca. E bene. I genitori, spaventati, lo hanno abbandonato alla nascita: di recente li ha incontrati e ora intrattiene buoni rapporti con loro. Ma una famiglia di Pavia, dopo quaranta giorni, lo ha adottato e, insieme, hanno sempre trovato soluzioni per i tantissimi ostacoli, puntando sulla sua voglia di autonomia. «Vivere sempre, sopravvivere mai» è il suo motto, quello che cerca di spiegare anche a molti studenti, quando viene chiamato nelle scuole, per veri e propri “incontri motivazionali”.

Oggi Francesco, prima di essere pittore, scrittore, autore teatrale e musicale, performer e imprenditore, è un esempio di speranza. Un uomo che non si è chiuso nella propria fragilità, ma che, coraggiosamente, ha saputo farne un elemento di forza. Così come considera un elemento di forza il blu, il suo colore preferito: «Se una persona sta male e guarda il cielo o un quadro blu, immediatamente il male sparisce, torna a star bene. E allo stesso modo mi piace pensare che qualche persona guardando un mio quadro possa stare meglio».

Secondo il progetto del Servizio Poste e Filatelia del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, in collaborazione con il Dicastero per il servizio della carità e l’Associazione internazionale dei pittori che dipingono con la bocca o con il piede (Vdmfk), «avrei dovuto occuparmi — racconta — di un solo francobollo mentre Santina Portelli avrebbe dovuto realizzare l’altro». Purtroppo la donna — dipingeva anche lei con la bocca per una tetraplegia spastica — è morta prima di completare il lavoro. Così Francesco ha realizzato anche il secondo francobollo, «in onore e in ricordo di Santina».

I due francobolli, spiega l’autore, raccontano l’annuncio della nascita di Gesù al pastorello e l’adorazione dello stesso pastorello al Bambino. Due scene che, in qualche modo, «ho voluto legare, come la trama di un racconto. Una vera storia in due immagini, insomma».

La “Luce della pace” tra Betlemme e l’Austria


La “Luce della pace” è un piccolo ma grande segno di speranza, a tutti comprensibile oggi più che mai: così in Austria viene presentata questa iniziativa (“Friedenslicht”) che, dopo le difficoltà causate dalla pandemia, riprende il suo percorso come una capillare “staffetta”. E in un momento storico drammatico, con la guerra nel cuore dell’Europa.

«Ogni anno si accende una luce presso la Grotta di Betlemme per portarla in Austria ed essere diffusa nelle varie parrocchie e poi anche in tante parti del mondo con l’invito a pregare per la pace» spiegano i promotori. A presentarla stamani al Papa è stata la Regione dell’Alta Austria (Oberösterreich), con il sostegno della televisione di Stato austriaca Orf. E a consegnare simbolicamente la lampada al Papa è stata Sarah Noska, una ragazza particolarmente impegnata nel sociale. In Aula Paolo vi era presente una delegazione guidata dal governatore Thomas Stelzer, con l’ambasciatore austriaco presso la Santa Sede, Marcus Bergmann.

L’abbraccio del popolo dei giovani


Hanno pacificamente invaso l’Aula Paolo vi questa mattina tanti ragazzi e ragazze con la sindrome di Down, trovando spalancate, come sempre, le braccia del Papa. L’Associazione italiana persone Down — che da oltre quaranta anni combatte contro un’unica malattia: il pregiudizio — ha presentato i tanti progetti, che puntano a inclusione e autonomia, tra cui l’impegno a creare posti di lavoro e opportunità in ogni ambito sociale. Tra i presenti anche le ragazze del team Special Olympics della polisportiva Linus, nell’ambito della Lega ginnastica, di Salerno.

Non è mancato l’incoraggiamento di Francesco ai circa mille giovani volontari italiani — accompagnati da Andrea Abodi, ministro del Governo italiano per lo Sport e i giovani — che stanno dedicando il loro tempo agli altri, proprio alla vigilia del 50° anniversario dell’introduzione del servizio civile nell’ordinamento italiano come alternativa alla leva militare, il 15 dicembre 1972. E domani si celebra la terza Giornata nazionale del servizio civile universale, dedicata quest’anno proprio al tema della pace, in considerazione della guerra in Ucraina, nel cuore dell’Europa.

Quando i genitori vedono morire i figli


«Le parole non servono, conta la vicinanza». Don Benito Giorgetta, parroco di San Timoteo a Termoli, ha accompagnato otto coppie di genitori che hanno perso prematuramente i loro figli. «Per incidenti, gravi malattie o suicidi, ma tutti in giovane età» dice il sacerdote. E «l’incontro con il Papa è un incoraggiamento ad andare avanti per questi genitori, e aiutarli a trovare nella fede una risposta a un dolore indicibile»

«Nel 1997 mio figlio Mario ha perso la battaglia contro una malattia rara del sangue. Aveva dodici anni» raccontano mamma Erenia e papà Giovanni. Accanto, Antonietta e Angela, la mamma e la fidanzata, ricordano Fabrizio: «Aveva 30 anni ed era un esempio per tutti, con tanti amici. Un tragico incidente stradale, in un solo istante, ce lo ha portato via».

E animato dallo stesso «spirito di speranza, di ricerca di conforto», è venuto un gruppo di genitori da Favara (Agrigento): anche loro hanno perso i propri figli. Si sono conosciuti nelle visite al cimitero. «Ora ci incontriamo regolarmente — dicono — per sostenerci a vicenda alla luce della fede che dà senso al nostro dolore».

Papa Francesco ha salutato con affetto Natalina Marangon e Federico Coppo che sono venuti a Roma, dalla provincia di Padova, per celebrare i 65 anni del loro matrimonio. 

di Giampaolo Mattei
e Fabrizio Peloni