Presentati a Gerusalemme i racconti biblici di padre Frédéric Manns e la «Vita di Gesù» di Andrea Tornielli

Per incontrare lo sguardo
del Nazareno

 Per incontrare lo sguardo del Nazareno  QUO-282
10 dicembre 2022

«Padre Manns ti fa vivere la Bibbia. I personaggi di cui scrive te li rende vivi, te li fa incontrare»: con queste parole Papa Francesco commentava “I racconti della domenica”, la rubrica settimanale su «L’Osservatore Romano» del biblista padre Frédéric Manns, scomparso il 22 dicembre 2021. A un anno dalla sua morte, il viaggio del volume postumo che raccoglie tutti i contributi di questa rubrica è partito proprio da Gerusalemme, città di adozione del frate francescano che per oltre quarant’anni fu docente di ermeneutica biblica ed esegesi del Nuovo Testamento allo Studium Biblicum Franciscanum. Nella Città santa, nella sede del convento francescano di San Salvatore, è stato presentato ieri 9 dicembre Raccontando la Bibbia. Sguardi su volti, tradizioni e vicende delle Scritture (Libreria Editrice Vaticana, pagine 176, euro 15, in libreria dal 12 dicembre). Con lo stesso obiettivo di entrare nel Vangelo per incontrarne il Protagonista e “vederlo” attraverso le parole e i racconti, è nato il libro di Andrea Tornielli Vita di Gesù. Con il commento di Papa Francesco (Edizioni Piemme, Casale Monferrato, 2022, pagine 368, euro 17) presentato durante lo stesso evento a Gerusalemme. All’incontro, oltre al patriarca di Gerusalemme dei Latini, Pierbattista Pizzaballa, e al custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, sono intervenuti Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione, lo stesso Andrea Tornielli, direttore editoriale, Giovanni Claudio Bottini, docente dello Studium Biblicum Franciscanum, e Roberto Cetera, giornalista de «L’Osservatore Romano», che ha moderato la presentazione.

Nei racconti di Frédéric Manns personaggi e vicende della Bibbia rivivono con un linguaggio nuovo, che tiene conto della sua sapienza biblica e teologica. «I miei primi dieci anni in Terra Santa li ho vissuti con padre Manns», ha ricordato il patriarca, raccontando di essere stato un suo studente quando insegnava a Gerusalemme allo Studium Biblicum Franciscanum. Pizzaballa ha sottolineato una nota costante nella vita di Manns: la sua passione contagiosa. «Padre Frédéric ci lascia un’eredità importante», ha affermato dal canto suo il custode Patton, ovvero, «dal punto di vista dello studio, continuare ad approfondire le radici ebraiche del cristianesimo. Aveva, inoltre, un gusto particolare nel racconto della Parola di Dio». Anche il prefetto Ruffini ha sottolineato lo stile narrativo singolare: «Padre Manns raccontava con quella freschezza e semplicità dei bambini che sanno stupirsi e sanno stupire. È un onore quindi pubblicare il libro che oggi presentiamo». Riguardo poi al volume Vita di Gesù scritto da Tornielli, Ruffini ha osservato: «Ci racconta il Vangelo come un cronista e, anche quando immagina particolari che nel Vangelo non ci sono, ci ricorda che stiamo parlando di una storia vera».

Quelli presentati a Gerusalemme sono due libri che, secondo il prefetto, interpretano il modo di fare comunicazione del Dicastero, che «si sforza di esercitare una creatività che non è quella degli effetti speciali, ma prova con sobrietà, con umiltà» a far riscoprire al mondo di oggi «quel seme di speranza, di bellezza, di futuro, di fraternità, di amore che è nell’annuncio di Gesù qui in questi luoghi». Nel suo volume Andrea Tornielli accoglie, infatti, la sfida di raccontare la storia del Nazareno, la sua vita terrena, dalla nascita a Betlemme fino alla morte sulla croce e alla resurrezione. «La nostra fede non è una filosofia o un sistema dottrinale — ha affermato l’autore — ma si fonda su una persona, una storia accaduta in un tempo e in un luogo, in questo luogo, fatta di incontri per strada, di sguardi, di chiamate sorprendenti che capovolgono usanze religiose e perbenismi». Proprio per raccontare tutto questo è nato Vita di Gesù. Con il commento di Papa Francesco: «Abbiamo bisogno di far riaccadere il Vangelo oggi, comprendendo che il messaggio di Gesù non è fatto solo di parole, ma dell’incontro con lui, quindi di gesti, di sguardi».

di Beatrice Guarrera