A Barbacena, in Brasile, la beatificazione di Isabel Cristina Mrad Campos

Martire della purezza

 Martire della purezza  QUO-282
10 dicembre 2022

È considerata “la Maria Goretti del Brasile”. Per difendere la sua verginità e non cedere alle molestie sessuali di un giovane, infatti, subì una morte brutale. Si chiamava Isabel Cristina Mrad Campos e tra i compagni di scuola era conosciuta come “Cris”. La nuova martire viene beatificata sabato 10 dicembre, nel parque de Exposições di Barbacena, dal cardinale Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo emerito di Aparecida, in rappresentanza di Papa Francesco.

Figlia di José Mendes Campos e Helena Mrad, nacque il 29 luglio 1962 proprio a Barbacena, antica città coloniale dello Stato brasiliano del Minas Gerais. Nel 1962, il giorno dell’Assunzione della Vergine Maria, venne battezzata nella chiesa matrice di Nostra Signora della Pietà. Tre anni dopo, il 22 aprile 1965, ricevette la Cresima, nella basilica di San Giuseppe, e poi, il 26 ottobre 1969, la prima Comunione presso un collegio delle Figlie della Carità di san Vincenzo de’ Paoli.

Dopo aver frequentato il normale percorso di studi, nell’aprile 1982 si trasferì nella città di Juíz de Fora per il corso preparatorio in vista dell’iscrizione alla facoltà di Medicina. Desiderava diventare un medico specializzato in pediatria per rivolgere le proprie cure ai bambini che avevano scarsi mezzi di sussistenza. Era disposta anche a partire per l'Africa.

Fin da subito trovò in questa nuova città un luogo in cui poter studiare, ma soprattutto pregare con raccoglimento nella chiesa del Cenacolo, dove era sempre esposta l’Eucaristia.

Fin dall’adolescenza entrò a far parte nel gruppo giovanile delle Conferenze di San Vincenzo. In tanti ne testimoniano la costante partecipazione alla messa e ai sacramenti. Si prendeva cura dei disabili, a scuola era molto attenta ai bisogni dei bambini più poveri. Nei suoi quaderni non mancavano mai frasi come: «Sorridi, Gesù ti ama». Significative sono le parole in una delle ultime cartoline inviate ai genitori: «Spero che continueremo ad amarci di più in ogni giorno che passa. Così costruiremo il nostro piccolo mondo pieno di amore, pace e amicizia».

Dal 15 agosto 1982 andò ad abitare in un piccolo appartamento insieme con suo fratello Paulo Roberto. Iniziò a sistemare l’abitazione provvedendo all’acquisto delle cose necessarie. Il 30 agosto dello stesso anno Isabel Cristina ebbe una spiacevole discussione con un ragazzo che l’aveva aiutata a montare un armadio. Successivamente confidò l’episodio al fratello e alle amiche del corso. Il 1° settembre il ragazzo tornò nell’appartamento per terminare il lavoro cominciato, ma in realtà era tutt’altra la sua intenzione. Tentò immediatamente di approfittare della giovane, ma venendo respinto passò a maniere più forti. Cominciò a picchiarla usando una piccola sedia, la imbavagliò con pezzi di lenzuola e la legò con delle corde. Le strappò completamente le vesti, ma Isabel Cristina sgranava continuamente il rosario, utilizzando la coroncina che portava al dito come anello. L’aggressore aumentò anche il volume della radio e della televisione per evitare che i vicini sentissero le grida della ragazza, la quale sopportò ogni tortura pur di difendere con tutte le forze la sua purezza.

La perizia avvenuta dopo il crimine ricostruì nei minimi particolari tutte le fasi: il tappeto venne ritrovato ricoperto di sangue, le vennero inflitte quindici coltellate. I medici legali, dopo l’autopsia, attestarono che l’assassino non riuscì a violentarla: ella preferì morire anziché cedere e venir meno al proposito di castità.

La sua morte fu considerata unanimemente un vero martirio e i fedeli paragonarono la giovane vittima a santa Maria Goretti.

La tomba di Isabel Cristina, che si trova nella chiesa parrocchiale di Nostra Signora della Pietà, a Barbacena, è meta di fedeli che giungono anche dalle località più lontane del Brasile e i giovani depongono sulla sua tomba bigliettini con pensieri e richieste di grazie.