Roberto Greggi ricorda Manara Valgimigli nel libro «La strada, la bisaccia e la pipa»

Il filologo alpinista

  Il filologo alpinista   QUO-280
07 dicembre 2022
Con una delle sue omeriche risate, Manara Valgimigli (1876-1965) in un’intervista televisiva, alla domanda di Giovanni Ansaldo se tenesse più alla sua gloria di grecista o a quella di alpinista, rispose che teneva senz’altro di più alla seconda. La battuta, dettata certo da un umile sentimento di sé, non era priva però di un nocciolo di verità. Nel corso della vita Valgimigli fu provato da gravi lutti familiari: in montagna – soprattutto sulle Dolomiti, che conosceva sasso per sasso – ritrovava ogni volta sé stesso e quell’equilibrio che connota anche la sua scrittura. Si direbbe che nei suoi severi studi filologici, nelle sue accurate traduzioni (ad esempio, di Eschilo, Platone, Saffo e altri lirici greci) sia filtrato molto della luce e dell’aria cristallina respirata sulle vette. «Chi ...

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