Il Papa al Seminario rabbinico latinoamericano

Senza produrre armi
per un anno finirebbe
la fame nel mondo

 Senza produrre armi  per un anno  finirebbe  la fame nel mondo  QUO-278
05 dicembre 2022

«Se non si facessero armi per un anno, finirebbe la fame nel mondo»: lo ha sottolineato Francesco, parlando a braccio a una delegazione del Seminario rabbinico latinoamericano di Buenos Aires, ricevuta in udienza venerdì scorso, 2 dicembre, nella Sala dei Papi. Pubblichiamo, in una nostra traduzione dallo spagnolo, le parole del Pontefice in risposta al saluto del rabbino Ariel Stofenmacher, rettore della struttura formativa fondata nella capitale argentina nel 1962.

Te l’ho detto per scherzo, ma è la verità. Quando uno dice queste cose di giustizia, che i profeti continuamente ripetono: l’orfano, la vedova, il forestiero, il povero, non è vero? Ti dicono che sei comunista. E guarda, a me lo dicono. “Questo Papa, invece di parlare di Dio, sta parlando di cose sociali”. Le due cose vanno insieme: la giustizia, la giustizia del cuore, in tutta la Bibbia, è sempre con Dio e con il prossimo. Vanno insieme. Ossia adorare e servire, adorare e aiutare.

Chi aiuta soltanto e non adora è un ateo buono, niente di più. Chi adora e non aiuta, è un cinico, un bugiardo. Le due cose vanno insieme. E dobbiamo lottare per questo, che la nostra fede si faccia opere e che le nostre opere ci portino alla fede. È un circolo. Mi piace quello che hai detto e dobbiamo sottolinearlo, perché il metodo di fraintendere le cose che noi operatori pastorali diciamo è il nostro pane quotidiano: prendono un pezzetto di quello che abbiamo detto e non tutto il resto; e lo decontestualizzano tutto.

E una parola pensando a quello che è successo al tuo bisnonno, tuo nonno. Un crimine non ha marcia indietro. Potrai perdonare, ti potrai rassegnare, ma il segno rimane. Come in un’operazione, ti resta la cicatrice.

Mi disturba questo della guerra, mi fa soffrire. Fratelli contro fratelli, ma non solo questo. Pensare che in un secolo ci sono state tre guerre mondiali: 39-45, 14-18 e questa. Pensare che se non si facessero armi per un anno, finirebbe la fame nel mondo, perché penso che è l’industria più grande. Pensare che una guerra si fa quando un impero si sente debole, allora uccide per sentirsi forte e per usare le armi che deve vendere o dare per farne di nuove. Mi fa soffrire vedere provare quei droni che giravano sull’Ucraina. Che sono armi nuove che stanno provando, a spese della gente che muore.

Una cultura della mitezza, dell’uomo giusto. Chi è l’uomo giusto? Lì Geremia lo mostra bene. Contro una cultura della crudeltà, dell’uomo lupo per l’uomo, lavoriamo a partire dalla nostra fede, con questi libri sacri comuni e dando esempio di fraternità.

Vi ringrazio per questa visita, davvero. Tra l’altro mi porta buona aria “portegna”, che manca da queste parti. Vi ringrazio di cuore. E avanti!