Biotecnologie innovative

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05 dicembre 2022

Le biotecnologie innovative comprendono l’“editing” del genoma che ha la capacità di modificare in maniera specifica, precisa, efficiente, flessibile, veloce e relativamente poco costosa l’informazione genetica che controlla le caratteristiche di un organismo, ritoccando a piacere un tratto voluto di Dna, inducendo quindi delle specifiche variazioni genetiche. La capacità selettiva dell’“editing” si basa su un particolare meccanismo, denominato Crispr-Cas9, già presente in natura, dato che molti microrganismi lo hanno evoluto per contrastare l’infezione da parte di virus batterici, chiamati batteriofagi. Crispr funziona in maniera universale ed ha innescato una vera e propria rivoluzione nei laboratori che hanno a che fare con degli organismi viventi. L’“editing” permette di inattivare un gene o di sostituire una sequenza, inserire geni in modo mirato. Utilizzando Crispr, possono essere introdotte mutazioni, per esempio per inattivare un gene necessario all’infezione di un patogeno, producendo così un organismo resistente a quel patogeno.

La dottrina sociale della Chiesa dà un giudizio positivo sulla liceità degli interventi dell’uomo sulla natura in una relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e natura (cfr.cLaudato si’, 67). Lo scienziato, come il tecnologo, è chiamato a “sapere” e “saper fare” con sempre maggiore precisione e creatività nel campo di sua competenza e, nello stesso tempo, a prendere decisioni responsabili sui passi da compiere e su quelli di fronte ai quali fermarsi e imboccare una strada diversa (cfr. Discorso di Papa Francesco ai membri del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita, 10 aprile 2017). Tuttavia, la liceità tecnologica dell’uso delle tecniche biologiche e biogenetiche non esaurisce tutta la problematica etica: soprattutto nei confronti dei criteri di giustizia e di solidarietà, ai quali si devono attenere innanzi tutto gli individui ed i gruppi che operano nella ricerca e nella commercializzazione nel campo delle biotecnologie. Ad esempio, una valutazione etica dell’adozione delle biotecnologie dovrà considerare anche la priorità, o comunque la non esclusione, della ricerca delle migliori soluzioni per i gravi e urgenti problemi dell’alimentazione e della sanità, tenendo conto non solo del legittimo profitto, ma anche del bene comune.

di Adriano Marocco
Docente di Genetica Agraria presso la sede di Piacenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore