Il racconto

O tutti o nessuno

 O tutti o nessuno  QUO-277
03 dicembre 2022

«Sono disabile e sono contento lo stesso». Paolo fa un po’ da portavoce alle persone con disabilità che hanno partecipato stamani all’incontro del Papa. E, prima, alla celebrazione della messa presieduta all’altare della cattedra nella basilica Vaticana dall’arcivescovo Giuseppe Baturi, segretario generale della Conferenza episcopale italiana. «Qui siamo a casa» ha detto nell’omelia e poi nel saluto al Papa: «Nessuno è sbagliato, nessuno è di troppo: siamo tutti figli e fratelli». E ha rilanciato: «La voce delle persone con disabilità non venga disattesa, tra misericordia e giustizia. Con il calore di una compagnia, di una fraternità semplice in cui si riconoscano i segni dell’amore di Gesù». Come a dire: «La tua vita è preziosa, unica, degna dell’amore di Dio».

Il riferimento per la quotidianità del “portavoce” Paolo è l’Istituto “La nostra famiglia”: «Oggi sono contento di aver incontrato il Papa, non mi ha fermato neppure lo sciopero dei treni e gli ho portato i saluti di tantissime persone». “La nostra famiglia” è anche «la casa» (dice proprio così) di Veronica, di origine polacca: «Lì non vado solo a fare fisioterapia, ma anche a stare con persone amiche che mi rendono felice». Il “segreto”, forse, è tutto in queste parole.

Francesco ha firmato il grande cartellone con le immagini dei volti delle persone con disabilità a formare il profilo dell’Italia. Un grande “noi”, insomma. Ha “giocato” con Simone, che lo voleva fotografare da vicino. Ha ascoltato, incoraggiato, accarezzato, abbracciato i rappresentanti di questo popolo — venuti per incontrarlo da tutta Italia e non solo — al quale vengono incredibilmente, ancora oggi, negati diritti. Ma è un popolo che non si arrende: e lo “urla” con semplicità nella Giornata dedicata espressamente alle persone con disabilità che non deve, però, restare il fatto celebrativo di 24 ore.

Suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale della Cei per la pastorale delle persone con disabilità (durante l’udienza ha riproposto con il linguaggio dei segni le parole di Francesco), ricorda che se i diritti devono essere garantiti, ogni persona porta altre istanze e per questo è decisivo «passare dall’idea di inclusione a quella, ben più completa, di appartenenza».

Del resto «O tutti o nessuno» è l’efficace slogan di questo pellegrinaggio a Roma, dal Papa. Ha fatto seguito, nel pomeriggio, il confronto on line sul tema: «Dal diritto di indipendenza al bisogno di indipendenza nella società e nella comunità cristiana».

E così stamani, da Francesco, Maria Grazia e la figlia Alessia sono venute con il desiderio di aprire un albergo etico nell’eremo Madonna delle Grazie ad Avola Antica, in provincia di Siracusa. Nel segno dell’enciclica Fratelli tutti e «con la consapevolezza che ogni cosa deve avere il suo tempo nel nostro obiettivo di far vivere ad Alessia, e ai ragazzi con disabilità, un percorso di autonomia dalle famiglie di origine per inserirsi nella vita sociale».

Ed è proprio quello che sta facendo Lucia Varchera, 22 anni, ipovedente e ipoudente: sostenuta dalla “Lega del filo d’oro” di Osimo, lavora in assoluta autonomia per gestire la biblioteca dell’Istituto alberghiero di Loreto. È riuscita a rilanciarla e a renderla punto di incontro.

«Vogliamo promuovere l’inclusione per suscitare nelle persone con disabilità il senso di un’appartenenza piena alla Chiesa»: non fa ricorso a giri di parole don Agostino Stasi, responsabile del servizio della pastorale alle persone con disabilità nell’arcidiocesi di Rossano-Cariati. «A presentare stamani al Papa questo nostro impegno — dice — sono state in particolare due persone non udenti: Elvira e Vincenzo, accompagnato dalla moglie Giovanna». Storie di persone concrete, insomma. Poche chiacchiere.

Don Antonio Cristella racconta che nella sua diocesi di Castellaneta il cammino con le persone con disabilità è appena iniziato con la strategia dei piccoli passi, delle relazioni personali e anche attraverso le catechesi. «Abbiamo messo su una équipe — spiega — e siamo venuti con Giuseppe a incontrare il Papa per condividere il nostro percorso». E da poco, gli fa eco don Giovanni Battista Tillieci, è iniziato il servizio di attenzione alle persone con disabilità anche nella diocesi di Oppido Mamertina - Palmi: «Siamo catapultati tra storie e volti bellissimi, cerchiamo la collaborazione di tutte le associazioni per fare “rete” e vedere se riusciamo a intravedere anche prospettive di lavoro».

«Nella diocesi di Patti — fa presente Anna Zampino — da alcuni anni con diverse realtà, in particolare l’Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e relazionale (Anffas), abbiamo avviato percorsi per favorire accoglienza e partecipazione attiva delle persone con disabilità nelle parrocchie». Importanti «sono stati i corsi per gli operatori pastorali. Il vescovo ha fatto sì che i seminaristi organizzassero percorsi specifici e inclusivi di catechesi. Così anche le persone con disabilità intellettive, attraverso un linguaggio facile da leggere e da capire, si stanno accostando al Vangelo». A nome della comunità di Patti, Piergiorgio, il fratello di Anna, ha donato al Papa un presepe in ceramica sul quale ha lavorato con passione. E le pallavoliste sorde hanno, a loro volta, donato i segni delle loro vittorie nella vita attraverso lo sport.