Il cardinale Parolin all’ordinazione dell’arcivescovo Cona

Ambasciatore di pace, concordia e comunione
nel Paese che porta il nome
del Salvatore

 Ambasciatore di pace,  concordia e comunione nel Paese che porta il nome del Salvatore  QUO-277
03 dicembre 2022

«Ambasciatore di pace, di concordia e comunione, ambasciatore della dignità di ogni essere umano e della sua autentica libertà»: è l’identikit del nunzio apostolico — che «è tutto questo poiché è ambasciatore di Cristo» — tracciato dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, durante la messa per l’ordinazione episcopale di monsignor Luigi Roberto Cona, celebrata ieri pomeriggio nella basilica Vaticana. Co-consacranti l’arcivescovo Edgar Peña Parra, sostituto della Segreteria di Stato, e il vescovo Rosario Gisana, ordinario di Piazza Armerina, diocesi di provenienza del nuovo rappresentante pontificio in El Salvador, incarico a cui è stato nominato da Papa Francesco lo scorso 26 ottobre, quando era assessore della Segreteria di Stato.

Eletto in pari tempo alla sede titolare di Sala Consilina con dignità di arcivescovo, il novello presule ha scelto come motto Mitis et humilis corde (Mt 11, 29).

All’omelia il porporato, dopo aver commentato le letture della messa tratte dal libro del profeta Isaia (29, 17-24) e dal Vangelo secondo Matteo (9, 27-31), si è soffermato sui compiti del vescovo. Il quale — ha spiegato — ha autorità e carisma fondati «sull’ininterrotta catena delle ordinazioni, dal tempo degli apostoli ai giorni nostri, e sulla comunione con il successore di Pietro, che presiede nella carità ed è simbolo efficace di unità».

Soffermandosi sulle attribuzioni del vescovo, Parolin ha rimarcato come «trasmettendo l’autentico pensiero di Cristo, insegnando la vera dottrina degli apostoli alla luce del magistero della Chiesa», egli metta «al riparo i fedeli tanto da ottuse chiusure — che, fossilizzando la vita della Chiesa in una determinata immagine ritenuta insuperabile, negano ogni possibilità di autentico progresso — quanto da irresponsabili fughe in avanti, che non permettono più di riconoscere il vero volto di Cristo, la sapienza e profondità del suo messaggio, la sua permanente irriducibilità alle tendenze in voga, che tendono sempre a estremizzare alcuni valori e a misconoscerne e a calpestarne altri».

Da qui l’esortazione rivolta direttamente all’arcivescovo Cona di «esercitare l’arte della prudenza, per discernere e accogliere con intelligenza i buoni segni dei tempi e respingere quanto a una seria analisi impregnata di preghiera si dimostra non in sintonia con il Vangelo».

Quindi riferendosi allo «speciale compito al servizio della comunione ecclesiale e della pace tra i popoli» assegnato al presule come nunzio apostolico, Parolin ne ha evidenziato il ruolo di «voce del Papa presso le Chiese e gli Stati ai quali» viene inviato, «presentando loro fedelmente il suo pensiero, in particolare circa i fondamentali diritti della persona umana dal concepimento alla morte naturale, circa la libertà religiosa e la dottrina sociale della Chiesa».

Mentre, ha aggiunto, «sul versante civile e sociale» si tratta di «favorire la crescita di un dialogo autentico e serio, affinché prevalgano metodi pacifici nell’affrontare le questioni e nel gestire eventuali dissidi, i quali non devono condurre a esiti drammatici, ma a un impegno corale e in buona fede per ridurre i motivi di contrasto, cercando eque e ponderate soluzioni».

Da ultimo, dopo aver ricordato l’importanza della preghiera nel ministero episcopale, il segretario di Stato ha rivolto un pensiero alla nazione dell’America centrale cui è destinato il rappresentante pontificio: i suoi cittadini «vanno fieri di appartenere all’unico Paese al mondo che porta il nome del Salvatore», ha detto; e «la Chiesa cattolica, alla quale appartiene circa la metà della popolazione, gode di alto prestigio» ponendosi «al servizio degli ultimi, del bene comune e di una crescita sostenibile, che affronti con successo i problemi e squilibri all’origine dell’emigrazione di una gran quantità di persone».

Infine il celebrante ha affidato l’arcivescovo Cona alla protezione della Madonna, patrona di Piazza Armerina, dei santi Gaetano e Oscar Romero e del beato Pino Puglisi.