Che vuol dire stare meglio?
Quanto cambia questo desiderio — stare meglio — a seconda di chi lo pronuncia? C’è chi desidera un appagamento economico quale unica soluzione a tutti i suoi mali. Chi accusa i propri nemici di negargli il traguardo che gli spetta di diritto. Chi oggettivizza il suo benessere con il prodotto che brama e che non arriva a possedere.
Poi c’è chi riduce tutto ai due valori essenziali che sono alla base dell’esistenza di ogni essere vivente.
Vita. Morte.
Per loro, come per Mary, di anni sedici, stare meglio vuol dire sopravvivere, uscire dall’inferno in cui si è precipitati senza aver commesso peccato alcuno. Perché nascere su questo mondo è una lotteria e per uno che nasce al sole del benessere ce ne sono cento che nascono al buio dell’indigenza. Spesso assoluta. Spesso aggravata da odi razziali, religiosi, ideologici.
Mary è stata strappata alla sua vita, ora vuole vivere in pace.
Che sia, questo alle porte, un Natale di pace, da nord a sud, da est a ovest.
Possa il miracolo dell’amore farci un solo grande popolo, nessun confine, nessuna linea da varcare. Un popolo di umani, che tende la mano, sempre.
Per Mary, per tutti quei fratelli e sorelle inabissati dentro i tanti luoghi della sofferenza.
Daniele Mencarelli