Non siamo soli

«Fuori binario»: un giornale fiorentino che difende i diritti di chi non ha niente

 «Fuori binario»: un giornale fiorentino che difende i diritti di chi non ha niente  ODS-005
03 dicembre 2022

«Dare un reddito di dignità a chi vende il giornale in strada e riuscire a fare un’informazione dal basso, libera ed indipendente». È così che Cristiano Lucchi, direttore dal marzo 2021, ci presenta Fuori Binario, il mensile di strada di Firenze. Nato nel 1994 e da allora autogestito e autofinanziato, il giornale si è più volte rinnovato, ma sempre restando dalla parte dei più fragili. Una scelta di campo che comporta delle battaglie: «Siamo contro i decreti sicurezza e in particolare le politiche del decoro come il daspo urbano (disposizione mutuata dall’ambito calcistico che consente ai vigili di allontanare da piazze o sagrati chi, pur non compiendo alcun reato, si comporta in modo ritenuto non decoroso, nda), in quanto strumenti che colpiscono in modo arbitrario, senza criteri univoci se non la percezione soggettiva su cosa costituisca degrado o meno. Qualcosa — dice con forza Lucchi — di intollerabile nei confronti di persone che non hanno niente».

Questo è lo spirito di Fuori Binario. Dai giornalisti a chi impagina, tutti, direttore compreso, sono volontari: una trentina di persone a cui vanno ad aggiungersi i diffusori, un’altra dozzina, ovviamente variabile, che di frequente scrivono essi stessi: da chi ha perso casa o lavoro, a chi, straniero, cerca inserimento; dall’ex detenuto all’invalido sociale che non riesce ad arrivare a fine mese. Al diffusore vengono affidate le copie al costo di un euro, che è la spesa viva di stampa e spedizione, e ciò che gli viene offerto in più costituisce il suo guadagno. Anche per questo Fuori Binario — la cui tiratura è di 1000-1500 copie — ha scelto di restare “di carta” e conservare la vendita per strada, piuttosto che on line, oltre a contare su un centinaio di abbonamenti. Sul sito (www.fuoribinario.org) si trovano i pdf dei numeri arretrati.

Da un anno, poi, è nata una rete di distribuzione di “Luoghi amici”: associazioni, circoli o negozi, che comprano il giornale a due euro, per alimentare una cassa comune che riduce così il costo a copia per i diffusori. Un sistema che funziona, come testimonia il bilancio in pareggio della testata.

Due volte al mese la redazione si riunisce per stabilire gli argomenti da trattare: dai ritratti di persone che con il loro impegno sono andate “controvento”, a rubriche sulle periferie, sul carcere, sulla salute mentale, racconti dei diffusori stessi, recensioni di libri o iniziative, opinioni dei lettori e tanta attualità — come le conseguenze della guerra in Ucraina —, ma da una visuale sempre alternativa.

Dalla sua fondazione, l’editore di Fuori Binario è l’associazione Periferie al Centro, che si impegna affinché i senza dimora abbiano la possibilità di una residenza anagrafica — altra battaglia storica del giornale e dell’associazione — ed è attiva nella distribuzione di alimenti, in collaborazione con le realtà di quartiere e il Banco Alimentare.

«Firenze — spiega il direttore — sta subendo un drammatico fenomeno di gentrificazione. Intere zone della città vengono ridisegnate per i turisti, facendo decollare i costi degli affitti ed espellendo così le fasce popolari e i più poveri». Cristiano Lucchi ci indica quindi due temi chiave per Fuori Binario: «Che il Comune lasmetta con le politiche paternalistiche e riprenda a concedere la residenza a chiunque la richieda, senza subordinare un diritto previsto dalla Costituzione all’adesione a progetti di vita decisi a tavolino dagli assistenti sociali. E poi servono più luoghi di accoglienza, non solo notturni, soprattutto in questa stagione fredda».

di Giovanni Capetta