Un calendario dell’Avvento nato per evitare il paradosso di un Natale senza Gesù

Per non dimenticare
il protagonista della festa

 Per non dimenticare  il protagonista della festa  QUO-272
28 novembre 2022

Mancano ormai poche settimane al Natale e nelle grandi librerie si possono trovare decine di racconti illustrati per bambini. Ma se scorriamo i titoli più in vista raramente troviamo libri che raccontano la nascita di Gesù; l’argomento è tutt’al più confinato nelle librerie religiose e nei circuiti specializzati. Ma davvero la storia di Gesù bambino non può incuriosire i più piccoli abitanti del pianeta, tutti, anche quelli che di Lui non hanno mai sentito parlare e magari non sanno più fare il segno della croce? Forse a mancare è solo la capacità e il desiderio di narrare al mondo dei bambini l’avventura più straordinaria capitata nella storia di questo mondo, un Dio che si fa bambino. Qualcuno ci ha provato e il risultato è davvero meraviglioso.

Stiamo parlando di Aspettando Natale, 25 racconti, fiabe e filastrocche sulla nascita di Gesù. Una per ogni giorno che ci separa dal Natale, partendo dal primo dicembre. Un calendario d’Avvento confezionato per bambini «da 0 a 99 anni»: perché anche un nonno con i capelli bianchi può restare piccino se ha un cuore capace di stupirsi.

Tutto nasce da un’idea di Mammaoca, blog divertente e intelligente creato da tre amiche che sono anche tre madri per un totale di 17 figli. Hanno preso a riunirsi nella cucina di una di loro col desiderio di scovare storie capaci di accendere la fantasia dei loro bambini e di trasmettere con levità un senso per la vita. Presto il loro blog è diventato fonte di idee e suggerimenti preziosi per tante mamme come loro. Il libro, pubblicato da Comunica Edizioni (Alessandria, pagine 104, euro 16) ti cattura già dalla copertina con lo sguardo birichino di un fanciullo dalle guance rosse dipinto dallo svedese Carl Larsson. Gli autori delle storie variano, dai nomi famosi di Chesterton, Deledda, Péguy, Bargellini e dei fratelli Grimm, fino agli anonimi inventori di leggende giunte a noi dall’Arabia saudita, il Messico, gli Stati Uniti, la Svizzera. Pagina dopo pagina vieni attirato sempre più nell’atmosfera misteriosa e familiare del Natale, dove anche gli animaletti più simpatici entrano in relazione con quel Bambinello deposto in una mangiatoia. Come nella leggenda dell’agnellino grigio, il più brutto del gregge. I pastori di Betlemme lo volevano vendere perché se la lana non aveva un bel colore candido almeno la sua carne poteva essere apprezzata alla brace… Ma poi quando gli angeli invitano i pastori alla Grotta anche lui, senza farsi notare, si accoda al piccolo corteo; davanti al neonato da tutti adorato si sente indegno e pieno di vergogna; resta in fondo, nell’oscurità… ma ecco la sorpresa: mentre i pastori deponevano i loro doni ai piedi della Madonna il bambino «sorrideva ma guardava, oltre le teste chine davanti a lui, l’umile agnellino, tutto tremante». Con la voce che solo il cuore può udire Gesù lo chiamò e quando l’agnellino gli fu vicino «gli posò la mano sulla sua testa ricciuta» chiamandolo «fratellino mio».

Certo il cristianesimo non è una fiaba, e così spesso è percepito da tanti. Ma che un bambino oggi senta che quella storia di immensa tenerezza non è finita duemila anni fa dipende solo dal cuore e dallo sguardo di chi la racconta. E anche questo è un bel mistero che, a volte, succede e si svela; proprio come accade nella santa notte del Natale.

di Lucio Brunelli