Letteratura e politica
David Foster Wallace

Un’epica della noia

 Un’epica della noia  QUO-270
25 novembre 2022
Sulle malattie dell’uomo contemporaneo Postmoderno, depressione, tennis, genialità, Wittgenstein. Sono solo alcune delle parole chiave che vengono alla mente quando si pensa a David Foster Wallace, il celebre scrittore americano, morto suicida nel 2008, capace di descrivere con acume le malattie dell’uomo contemporaneo, con una prosa di labirintica bellezza e una certa dose di preveggenza. Se su Infinite Jest, il capolavoro del 1996, sono già innumerevoli le analisi, meno discusso è Il re pallido, suo ultimo romanzo. Forse perché incompiuto e pubblicato dopo la morte di Wallace, nel 2011. Eppure il risultato finale non può lasciare indifferenti. Le circa settecento pagine (nella traduzione italiana) raccontano la vita degli impiegati dell’Agenzia delle Entrate degli Stati Uniti, nel Centro controlli ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati