23 novembre 2022
«È raro trovare cineasti capaci ancora di conferire al proprio lavoro il significato di un imperativo morale. Per questi campioni del rigore e della pietà il cinema è arte al livello più alto: l’universale nel particolare. E l’uomo dentro a ogni cosa». Sono parole che risalgono al settembre 2011, quando ebbi il privilegio di assegnare il Premio Robert Bresson — riconoscimento della Fondazione Ente dello Spettacolo in accordo con la Santa Sede, con i Dicasteri della cultura e della comunicazione — ai registi belgi Jean-Pierre e Luc Dardenne, due fratelli, due autori impegnati nel presidiare l’orizzonte degli ultimi, dei dimenticati e scartati dalla società.
Il loro sguardo è intriso di impegno civile, di passione sociale, così intenso e poetico al tempo stesso, che ha fatto ...
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