Obiettivi di impresa

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21 novembre 2022

L’economia assume che l’impresa abbia come obiettivo il massimo profitto, cioè la più ampia differenza tra i ricavi e i costi. Al di fuori dei casi delle imprese individuali, nelle quali la massimizzazione del profitto ha una plausibilità immediata, l’impresa è in generale formata da individui diversi che apportano fattori produttivi differenti. Nei sistemi capitalistici chi apporta capitale acquista nel mercato il lavoro e gli altri fattori produttivi, controlla l’organizzazione dell’impresa ed è il residual claimant, cioè colui che si appropria del profitto. La teoria economica descrive l’organizzazione dell’impresa come un contratto incompleto tra i diversi stakeholder che affidano al residual claimant un potere di autorità nelle circostanze non previste dalle varie relazioni contrattuali. Attribuire un potere di autorità a chi apporta capitale favorisce l’organizzazione efficiente del processo produttivo perché l’investimento del fornitore di capitale non ha valore fuori dell’impresa ed è meno tutelato di altri nel mercato.

La teoria della responsabilità sociale dell’impresa ha messo in evidenza che nel contratto incompleto sono coinvolti di norma diversi stakeholder, ciascuno dei quali può effettuare investimenti specifici; poiché in generale i ritorni di tali investimenti non possono essere contrattati a priori, è opportuno attribuire a ciascuno stakeholder un potere di decisione, per evitare abusi di autorità da parte di uno specifico residual claimant. Per la teoria della responsabilità sociale pertanto tutti gli stakeholder devono così partecipare al governo dell’impresa con una trama di diritti e di doveri.

Il Magistero (Quadragesimo anno, Laborem exercens, Mater et magistra, Centesimus annus, Caritas in veritate) descrive l’impresa come «comunità di persone» e riconosce al profitto una «giusta funzione». La «giusta funzione», che consiste nel segnalare che i fattori produttivi sono bene impiegati e i bisogni umani debitamente soddisfatti, ha bisogno di fare leva su mercati concorrenziali, la cui tutela è sollecitata dal Magistero. L’impresa come comunità di persone richiama la molteplicità delle relazioni sociali nella sfera economica. Tuttavia queste relazioni non coinvolgono solo gli stakeholder che apportano all’impresa investimenti specifici, ma anche stakeholder che non incidono sui processi decisionali dell’impresa e ne subiscono le decisioni. In questo quadro, il Magistero estende l’analisi delle relazioni tra i soggetti coinvolti nell’impresa in prospettive ancora non pienamente esplorate nella ricerca economica.

di Michele Grillo
Docente di economia politica alla Facoltà di giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore