Messaggio del Pontefice per la Giornata di pastorale sociale a Buenos Aires

Per vivere la profezia
della fraternità

 Per vivere la profezia della fraternità  QUO-262
16 novembre 2022

Sono molti i conflitti che «il ripiegamento in trincee spesso ideologiche impedisce di risolvere». È la preoccupazione di Papa Francesco contenuta nel messaggio inviato ai partecipanti alla xxv Giornata della pastorale sociale, promossa dall’arcidiocesi di Buenos Aires, svoltasi sabato scorso, 12 novembre, nella capitale argentina, sul tema «La nazione come comunità di destino».

A poco a poco, nota il Pontefice, si «è eroso il senso di appartenenza capace di rompere la tirannia della divisione e dello scontro» per rendere possibile, con tutte «le legittime differenze che possono esistere, la congruenza delle volontà nella ricerca del bene comune, che è molto più della somma dei beni individuali».

Nel testo, letto durante i lavori, Papa Francesco ha fatto notare che la polarizzazione corrode «qualsiasi tentativo di soluzione e crea solo disagio e incredulità». In questo contesto, è «imperativo recuperare la nostra capacità di dialogo, cioè di avvicinarci, ascoltarci, conoscerci e riconoscerci per trovare punti di contatto che ci aiutino a trascendere». Da qui, l’invito del Pontefice: «per aiutarci a vicenda dobbiamo dialogare (cfr. Fratelli tutti, 198)». Francesco ha quindi ricordato di aver più volte invitato a sviluppare «una cultura dell’incontro»: si tratta di uno «stile di vita, di cultura e di cittadinanza che tende a formare quel poliedro che permette di avere molte sfaccettature senza perdere la sua unità». D’altronde, è noto che «le azioni e le trasformazioni possibili crescono e si sviluppano nello stesso terreno che è in grado di generare erbacce». Il luogo della speranza è «il qui e ora» ed è riservato a coloro che non hanno paura «di accettare, come ci ha indicato il Signore, che il grano e la zizzania crescono insieme (cfr. Mt 13, 24-30)».

Sottolineando che gli incontri di pastorale sociale hanno come obiettivo quello di «discernere il presente» e immaginare «un futuro possibile». Questo è «urgente se guardiamo alla situazione mondiale: le guerre con la loro minaccia nucleare, la recente pandemia e le sue conseguenze a diversi livelli, la crisi ecologica e migratoria, l’aumento della cultura dello sfruttamento e dello scarto», problemi a cui «si potrebbero aggiungere le situazioni locali». Dietro queste realtà, «come musica di sottofondo», il Pontefice si è detto preoccupato per la «crescita di polarizzazioni ed estremismi che ci impediscono di costruire e di riunirci in un “noi” comune».

Francesco rimarca l’importanza di avere «l’orecchio attento alle questioni di attualità», invitando i partecipanti all’incontro a «fermarsi a pregare, riflettere e valutare gli sforzi compiuti». Tutto ciò contribuisce a mantenere viva l’esortazione di san Paolo: «non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene» (Romani, 12, 21). Questo impegno non consiste solo «in azioni o in programmi di promozione e assistenza». Ciò che lo Spirito mobilita «non è un eccesso di attivismo, ma soprattutto un’attenzione creativa e rispettosa che impara a riconoscere l’altro come fratello. Lo Spirito — ribadisce — ci mobilita affinché viviamo la profezia della fraternità».